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La legge della notte

Regia di Ben Affleck vedi scheda film

Commenti brevi
  • Rapinatore un po' imbranato di Boston si reinventa sagace signore del crimine a Tampa. Pasticciaccio al rhum (di contrabbando) cucinato da un cuoco stellato che dosa male l'ingrediente più importante: la sceneggiatura. Voto 5

    leggi la recensione completa di genoano
  • Al suo quarto film da regista B. Affleck punta forse troppo in alto e cade rovinosamente. Gangster noir inerte e asfittico, calligrafico e faticoso, eccessivamente impostato ed artificioso, dal racconto meramente compilativo, incapace di coinvolgere, men che meno di essere incisivo.

    commento di degoffro
  • Al suo quarto film da regista B. Affleck punta forse troppo in alto e cade rovinosamente. Gangster noir inerte e asfittico, calligrafico e faticoso, eccessivamente impostato ed artificioso, dal racconto meramente compilativo, incapace di coinvolgere, men che meno di essere incisivo.

    commento di degoffro
  • Il quarto film del Ben Affleck regista è un'epopea gangster in stile Coppola/Scorsese che pur se interessante quanto a trama e narrativa risulta eccessivamente stringata per permettere allo spettatore di appassionarsi davvero ai travagli dei personaggi. Clamoroso flop al botteghino.

    leggi la recensione completa di marcopolo30
  • Al quarto film diretto, Ben Affleck sembra aver improvvisamente smarrito la formula magica del successo. In difficoltà nella gestione di una trama infarcita di eventi e sorretto da una messa in scena degna di menzione, manca di respiro, non certo di forma. Nonostante tutto, fin troppo osteggiato per quanto rimanga un mezzo passo falso.

    leggi la recensione completa di supadany
  • Polpettone indigesto. Un qualsiasi episodio di Boardwalk Empire é 10 volte meglio. L'unico momento in cui Ben Affleck ha una faccia espressiva è quando è bendato nel letto d'ospedale. Remo Girone come mafioso riesce a far rimpiangere Ben Gazzara

    commento di mcpask62
  • L'ascesa, tra alti e bassi, l'abilità e i passi falsi di un gangster dotato di coscienza e senso di appartenenza. La costruzione di un impero a cui saprà rinunciare per preferire la famiglia, ma senza per questo soffrire di meno.Gran stile di racconto, scene d'azione sapientemente orchestrate per un ritorno in regia davvero incalzante del divo Ben.

    leggi la recensione completa di alan smithee