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Little Men

Regia di Ira Sachs vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Little Men

di EightAndHalf
5 stelle

FILM D'APERTURA SICILIA QUEER FILMFEST 7 - Nel mare magnum del cinema indie americano (fra i vari Baumbach, Reitman e seguaci di Wes Anderson), Ira Sachs sembra portare avanti con Little Men, pur in un certo didascalismo, un rigore distinto e ammirevole. Opera di stampo un po' british, che getta più di un'occhiata all'Europa, da Daldry fino anche alla Francia e alla Germania (c'è un vago sentore de Les demons di Lesage), il settimo lungometraggio del regista di Love is Strange è descrivibile con tutti gli stereotipi del caso: leggero, semplice, candido, spontaneo. Nella fattispecie, risente pesantemente di un commento musicale inessenziale che si fida poco dello spettatore e lo conduce man manina in sentimenti e atmosfere già intuite o comunque intuibili. 

Nonostante ciò, rispetto a tante altre opere contemporanee di simile risma, Little Men conserva una sua identità, soprattutto nella consapevolezza scenica degli spazi e delle ambientazioni. Sfidando la possibilità della metafora nelle piccole azioni quotidiane senza però appesantirne l'ostentata semplicità, Ira Sachs cerca di dare sempre un senso alle sue inquadrature; infatti la disposizione dei personaggi è (quasi) mai casuale. Quando non nega il campo-controcampo, disdegna qualsiasi specularità ponendosi più vicino a un personaggio e più distante da un altro; se nega il campo-controcampo, indirizza l'attenzione verso un dettaglio ristabilendo la gerarchia delle posizioni nell'immagine, o sfruttando saggiamente le voci del fuoricampo; ripete un paio di volte le stesse inquadrature come a farci penetrare nell'abitudine dei protagonisti; e infine non azzarda mai coi movimenti, ma si impregna di una fissità decisamente insolita per un film del genere. Se infatti da un lato in svariate sequenze trionfa l'invadente commento sonoro, altre volte (con una certa incoerenza) prevalgono la quiete e l'attesa, l'implicito, con relativo silenzio degli spazi, tanto che possiamo percepire sinesteticamente la distanza fra più personaggi solo grazie a uno stacco di montaggio, a una posizione della cinepresa o alla presenza di un elemento verticale che spezzando in due la scena impone un'incolmabile separazione (leggasi incomunicabilità).

 

Little Men è un film che vive di incoerenze e di sospesi. Cerca di afferare momenti "normali", ma costruisce forzatamente un senso; cerca la situazione quotidiana ma poi sbandiera il suo spirito edificante. E' invero un film amorfo nella costruzione e nelle intenzioni, e sarebbe facilmente sacrificabile per la nostra memoria di spettatori se non fosse per una rassegna di sequenze di abbracci che paiono proseguire quell'abbraccio di Toni Erdmann di Maren Ade con uguale umore e precisione: momenti intensi e commoventi in cui i personaggi sono circondati dal silenzio e dai singhiozzi. Se però Maren Ade ha la cinepresa mobile, Ira Sachs la immobilizza, si nasconde, e cerca allo stesso modo di nascondere i fin troppo didascalici vettori di senso (l'accademia di arte come ottenimento e obbiettivo di vita dei due giovani protagonisti più su larga scala; la recitazione come maschera di un'impossibilità di comunicare); comunque originale la mesta e paradossalmente serena autoconsegna finale alla frustrazione (Jake che guarda Tony da lontano e vi rinuncia, perché come disse suo padre, a volte fa bene rinunciare alle cose vecchie).

 

E' come se alla fine la più grande incoerenza del film fosse fra le sequenze girate e un'ingenua post-produzione.

 

Inutile dire poi che Sachs è in grado di disporre su piani uguali vicende infantili e vicende adulte, ricordandoci che troviamo "persone" da entrambi i lati (sempre parole di Greg Kinnear, in un esemplare momento in cui esplode di rabbia e di risentimento). 

Little Men è insomma un film che, a prescindere dalle intenzioni, cerca di parlare con le immagini, e di farlo con consapevolezza. E' forse però troppo tentato dall'essere comprensibile per poter essere straordinario.

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