Espandi menu
cerca
Il falò delle vanità

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Serum

Serum

Iscritto dal 23 ottobre 2018 Vai al suo profilo
  • Seguaci 7
  • Post -
  • Recensioni 286
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il falò delle vanità

di Serum
8 stelle

 

Sherman McCoy è lo stereotipo dello squalo di Wall Street: spregiudicato, altezzoso, un po' razzista, con una moglie ossessionata dal peso, una figlia irrispettosa e un'amante meschina col cervello di gallina (che però diventa estremamente furba all'occorrenza). Quando invece d'imboccare l'uscita per Manhattan deve fare il giro passando dal Bronx la sua vita cambia per sempre. Tutti vogliono utilizzare la fatalità dell'incidente per il proprio tornaconto: il giornalista per staccarsi dalla bottiglia e tornare in pista, il predicatore per dare un osso da spolpare ai suoi fedeli invasati, il candidato sindaco per arruffianarsi l'elettorato, gli avvocati per fare carriera, i colleghi per silurarlo, la moglie per dargli il ben servito, persino la madre della vittima stuzzicata dall'idea d'incassare un assegno e rifarsi il guardaroba. Ma alla fine è proprio Sherman che, forse, ne uscirà migliore: persi tutti gli addobbi conquistati in seno al capitalismo, gli rimane la possibilità di ricominciare da zero e vivere finalmente una vita onesta a misura d'uomo. È straordinario come non vi sia in pratica nessun personaggio positivo: tutti sono avidi, pronti a commettere scorrettezze per proprio tornaconto (persino il padre del protagonista, fin lì visto come figura genuina, arriva a suggerirgli di mentire). Il solo guizzo di luce arriva dal giudice interpretato da Morgan Freeman, nell'unica scena che presta il fianco alla vena sottilmente reazionaria del romanzo di provenienza: la base filosofica della legge pare essere l'insegnamento degli avi che è "penetrato nelle ossa" (in un paese che ha avuto per anni la schiavitù...) e la legge (enunciato derivato da un accordo sociale) viene fatta corrispondere alla giustizia (concetto astratto a cui la legge tende senza, ovviamente, poterne essere l'incarnazione), dando alla prima un valore quasi sacrale che rende problematico il tentativo di modificarla o attualizzarla (come vorrebbero i movimenti progressisti). Per il resto è una commedia dai risvolti grotteschi irresistibile, graffiante come se ne vedono di rado, una raccolta di caratteri esasperati eppure estremamente reali, che ritrae la società americana con una perizia ormai quasi irreperibile. Non ho mai compreso le critiche feroci che ricevette ai tempi.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati