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Regia di Fabienne Berthaud vedi scheda film

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La recensione su Sky

di alan smithee
5 stelle

Il viaggio terapeutico negli States di una coppia francese in crisi si trasforma in un drammatico movimentato viatico d'addio in salsa thriller, con una svolta rosa. Thriller sentimentale più suggestivo che realmente riuscito.

Un viaggio negli States per salvare un rapporto di coppia allo sfascio: Romy è una bellissima donna sposata ad un francese greve e pure un pò manesco, per nulla indifferente al richiamo femminile delle anime che incrocia per strada.

Lungo un viaggio apparentemente di piacere, il rapporto finirà perfar emergere le incongruità che rendono la coppia una vera e propria deriva: lui che accusa lei di respingerlo e di non essere in grado di darle una prole, lei che prova imbarazzo per il comportamento triviale del marito, che non perde occasione per sbugiardarla in pubblico.

Una sera mentre torna in albergo ubriaco, l'uomo tenta di abusare della moglie, che però si difende sin oltre misura e colpisce alla testa più volte l'uomo, lasciandolo per morto e fuggendo.

Con la polizia alle calcagna, distrutta dai sensi di colpa, la donna decide di costituirsi, scoprendo che non è un'assassina.

Abbandonato il marito, che pentito la lascia libera, la donna decide di proseguire il viaggio e per strada, riciclandosi come intrattenuitrice senza voglia né talento tra i locali di Las vegas e  quelli che che separano le highways infinite nel deserto dai profondi orizzonti: finirà per pura casualità per imbattersi nell'uomo che fa per lei: quello apparentemente più improbabile, ancora più distante caratterialmente del marito.

Al suo secondo film la regista francese classe 1966 Fabienne Berthaud, torna a scegliere la diafana, stupenda Diane Kruger, qui meno gelida che altrove, come eroina del suo noir dalle atmosfere accattivanti e ben congegnate.

Una storia che sarebbe piaciuta e sarebbe calzata perfettamente al gran regista Bob Rafelson. Qui in realtà la costruzione accurata finisce per rivelare una certa debolezza di script, ma il film, di media fattura, ha il pregio di possedere l'ampio respiro che oggi più che mai contraddistingue almeno in paarte la folta produzione cinematografica d'Oltralpe.

Oltre alla splendida kruger, al solido Gilles Lellouche che ne fa da perfetta antitesi, il cast comprende la nota star televisiva Norman Reedus nei panni dell'uomo misterioso che diventerà il fattore di svolta della nostra conturbante ma devastata protagonista. 

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