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Sopravvissuto - The Martian

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Sopravvissuto - The Martian

di mc 5
10 stelle

Questo film equivale ad una scommessa (non so se vinta o persa, dipende dal punto di vista con cui si osserva la faccenda) che in ogni caso sono felice di aver affrontato e superato con somma mia gioia. Teoricamente infatti il film avrebbe dovuto esser per me fonte di noia (figuriamoci, un astronauta che resta da solo su un pianeta desertico, sai per due ore cheppalle) e invece sono state due ore piacevoli e d'intrattenimento ad alto livello. Sì, perchè da questa situazione di base, lo sceneggiatore (tale Drew Goddard) ha saputo creare una evoluzione narrativa di grande originalità. E senza ricorrere assolutamente a mezzucci da blockbuster acchiappapubblico. Potendo peraltro contare su elementi a favore di primo piano. Come una colonna sonora favolosamente vintage (il meglio del meglio della discomusic '80, ma anche chicche come Bowie e gli Abba) ma soprattutto un parco attori semplicemente fantastico. Con un Matt Damon (scusate se la sparo grossa, ma è l'entusiasmo) da Oscar (in un ruolo scritto da dio, ricco di sfumature e di dettagli). E a circondarlo c'è una manciata d'attori superbi ma -attenzione- nessuno che debordi o gigioneggi (come usualmente accade nei blockbuster acchiappapubblico), no, ciascuno aderente con sobrietà elegante al proprio personaggio, a costruire un meccanismo perfetto in cui attori formidabili interagiscono tra loro magnificamente. E qua concedetemi una parentesi personale. Il film che avevo visto subito prima di questo ("Everest") rappresenta l'esatto opposto in quanto a scelta di stile. Là un film scontato e prevedibile (lo so che la storia vera da cui è tratto non si discute) ma è il modo di raccontare quello che qui ora m'interessa. Ecco, in quel film tutto era piegato all'esigenza di "catturare" il pubblico (il grande pubblico che affolla le multisale) ricorrendo a piene mani ad espedienti emotivi ben noti a chi frequenta da vicino il cinema (si chiama "ruffianeria" in parole molto terrene). Qua -in questo "The Martian"- il buon Ridley Scott (il vecchio leone torna a ruggire) evita brillantemente ogni tentazione ruffiana, supplendo con l'intelligenza e la sensibilità alla ricerca automatica di meccanismi di consenso. E il risultato è formidabile, sia per il cinefilo esigente sia per il suddetto pubblico da multisala, generando un corto circuito perfetto tra le due strade, e mettendo in scena uno spettacolo pop di rara intelligenza. In altri termini, finalmente un blockbuster di cui non ci si deve vergognare (come accade spesso, specie coi parchi e con certi dinosauri...). Due ore e qualcosa che volano e appassionano e fanno anche riflettere sulle reazioni possibili dell'Uomo messo di fronte a situazioni estreme. Detto di un Damon irresistibile, non possiamo sorvolare sugli altri volti fantastici, uno più bravo dell'altro. Una Jessica Chastain da favola, così vibrante e così "viva" che vorresti abbracciarla. Un Jeff Daniels superbo (e qui ci sarebbe un maxi capitolo da aprire, e non lo farò ora) sul professionismo (anche sconcertante per molti versi) di un attore come Daniels che passa come niente da film di un certo impegno come questo (ma anche prodotti indipendenti non facili) a operazioni volgarmente pop come "Scemo e più scemo". questa cosa mi ha sempre lasciato senza risposte). L'affascinante ed elegante Kristen Wiig (bella testa pensante di Hollywood). Poi ancora i grandissimi (ma davvero!) Sean Bean e Chiwetel Ejiofor, due uomini nati per fare gli attori. E -ciliegina sulla torta per me che ne sono un super fan- il simpaticissimo Michael Pena (che io chiamo amichevolmente "il messicano"), qui poco sfruttato ma con quel suo sorriso che vince sempre. Raccontare il dipanarsi degli eventi non avrebbe senso. E' un film in continua trasformazione, dove lo spettatore si trova a vivere su due piani: Matt Damon che DEVE sopravvivere sul Pianeta Marte e dunque scopre continuamente potenzialità e soluzioni sempre nuove, e nel contempo la Base Militare che è poi la stanza dei bottoni da dove ogni azione prende le mosse (e qui abbiamo una moltitudine di personaggi caratterizzati assai bene in sede di sceneggiatura). La contrapposizione (e le complicità) tra questi personaggi sono l'essenza della vicenda. ATTENZIONE SPOILER!!! A coronare il tutto -dopo un' emozionante azione di recupero nello spazio- un bellissimo finale che ci mostra un Matt Damon che - dopo qualche nese- ripensa alla sua avventura mentre condivide il suo sapere con i giovani allievi di un corso per astronauti. Immagine finale più bella non si poteva. Applausi a scena aperta.

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