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Cloro

Regia di Lamberto Sanfelice vedi scheda film

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La recensione su Cloro

di maghella
5 stelle

Avevo caricato questo film di molte aspettative, troppe forse. Quando faccio così solitamente ci rimango male, ma sulla carta Cloro aveva veramente tutti i numeri per soddisfare almeno in parte ciò che mi aspettavo.

Il miglior pregio del film è sicuramente quello di avere degli ottimi attori. Bravissima Sara Serraiocco, che mi era già piaciuta molto in “Salvo”, qui è la protagonista assoluta di tutta la storia: sempre in scena, tiene alto il livello del film e sopperisce nei momenti di confusione narrativa, dovuta ad una sceneggiatura debole -debolissima-.

 

Bravi gli attori comprimari: Piera Degli Esposti e l'ottimo Giorgio Colangeli, che sono presente in poche scene, sempre con la loro grande professionalità.

Tutto il resto noia (per citare il Califfo) o quasi, nel senso che la storia è davvero fragile e poco convincente. Buona per essere un buon cortometraggio, ma non sufficientemente matura per diventare un film.

Jenny è una nuotatrice di nuoto sincronizzato, si sta allenando per i campionati con la squadra nazionale. Orfana di madre, con un fratellino piccolo e un padre psicologicamente instabile, è costretta a trasferirsi in Abruzzo e a lavorare come cameriera in un albergo della zona.

 

Qui tutto diventa confuso e raccontato male. Il rapporto contrastante con i parenti, la voglia di mollare tutto per continuare ad allenarsi, una storia d'amore (?) con l'inserviente dell'albergo che la scopre mentre si allena di notte di nascosto in piscina, il tentato suicidio del padre. Il film vuole e tenta di diventare profondo utilizzando scene e dialoghi (il punto veramente debole di tutto) che dovrebbero essere esplicativi per descrivere lo stato d'animo di Jenny. A mio parere non ci riesce.

La storia stenta a decollare, non ha mai un punto di svolta decisivo, non si decide a prendere una piega e un senso logico. Jenny è una ragazzina di diciassette anni con delle responsabilità che non sono le sue, le sue iniziali superficialità ed egoismo, si trasformano nel corso dei giorni, ma la trasformazione, o meglio ciò che dovrebbe essere decisivo per il suo cambiamento, è e rimane raccontato con superficialità, senza coinvolgimento. Tutto rimane illustrato come ci si aspetta, in una vetrina opaca alla quale dopo un po' ci si stanca di guardare.

 

Quello che ci si aspetta durante il primo tempo, non viene sviluppato nel secondo e il finale è caricato da un simbolismo veramente scolastico e per niente convincente.

 

Peccato, perché era una occasione buona per mettere in luce ottimi interpreti e una storia originale sia per l'ambientazione che per il contesto. Forse con un po' più di semplicità, senza voler essere troppo pretenziosi, avrebbe ottenuto risultati più genuini.

Sara Serraiocco

Cloro (2015): Sara Serraiocco

 

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