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I tre moschettieri

Regia di Richard Lester vedi scheda film

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La recensione su I tre moschettieri

di xelaba75
10 stelle

"I tre moschettieri" è l'ennesima rivisitazione del mito dei moschettieri, che il regista Richard Lester realizzò nel 1974: si tratta della versione più trasgressiva e scanzonata del celebre romanzo di Alexandre Dumas. Mega-produzione internazionale girata in Spagna con soldi panamensi, in cui alla perfetta ricostruzione d'epoca si affiancano le notevoli musiche di Michel Legrand e i meravigliosi costumi di Yvonne Blake. La sceneggiatura di George MacDonald Fraser e il regista, già autore del celeberrimo film sui Beatles "Tutti per uno", puntano tutto sul ritmo e sull'umorismo. Si susseguono gag uscite dalla tradizione slapstick, ad annotazioni realistiche che smontano la mitologia eroica del libro di Alexandre Dumas: non c'è infatti uno scontro in cui i duellanti rispettino le regole.

Lester fu talmente divertito nel girare che dovette dividere l'enorme mole di materiale accumulato in due film, nonostante il progetto iniziale ne prevedesse uno solo. Così nel 1974 uscì questo "The three musketeers - The Queen's diamonds" e l'anno successivo il seguito, che in realtà sarebbe meglio definire la seconda parte, "The four musketeers - The revenge of Milady", titolo italiano "Milady - I quattro moschettieri". Questa frammentazione ha finito inevitabilmente per penalizzare l'opera nel suo complesso, determinando squilibri e incongruenze, evidenti soprattutto nel personaggio di Milady, che appare qui brevemente ed è invece protagonista assoluta del secondo film, già a partire dal titolo. Questo primo capitolo ha comunque una maggiore freschezza rispetto al secondo, in cui si concentrano tutti gli eventi più cruenti della storia, e nonostante i puristi possano storcere il naso sul tono semiparodistico con cui è trattata la materia dei moschettieri, ci si diverte un mondo seguendo la lunga teoria di scazzottate, fughe al galoppo e gags fracassone. Per questo il film di Lester viene considerato, a giusta ragione, una tra le migliori trasposizioni di Dumas, insieme a quella più classica di George Sidney con Gene Kelly e Lana Turner.

Il cast all-star annovera alcuni dei principali divi della scena internazionale anni ‘70, che si lasciano manovrare da Lester con autoironia; così capita che un indimenticabile Oliver Reed sia un incerottato e spesso ubriaco Athos, Michael York un accattivante D'Artagnan sempre pronto a correre dietro alla prima sottana. Il grande Charlton Heston è un Richelieu con pizzetto e naso affilato, che sembra più una volpe spelacchiata che un genio del male, mentre Athos e Aramis (Frank Finlay e Richard Chamberlain) sono bighelloni in perenne ricerca di vino e donne, lontani anni luce dalla mitologia classica. L'universo femminile è dominato dalla bellezza prorompente dell'irresistibile Raquel Welch, che nei panni di Costanza offre forse la sua migliore prova di attrice, riuscendo ad essere nel contempo goffa e tremendamente desiderabile; se la sua Costanza è sostanzialmente un'oca (seppur splendida), la regina Anna d'Austria (Geraldine Chaplin) è una stupidella, mentre Milady (Faye

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