Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
Il bravo regista Mike Cahill ci aveva già mostrato le sue peculiarità con l’amato Another Earth, grande racconto di fantascienza low budget intriso di significato, misticismo e sentimenti umani, ma povero nella forma e nella tecnica, ironicamente colorato di una fotografia fredda e desaturata, quasi decadente (ma ok, era in linea con il viaggio emotivo della protagonista). In I Origins le possibilità economiche dell’autore si alzano significativamente e invertono l’equilibrio tra forma e contenuto: abbiamo delle immagini cariche di fascino, un montaggio visivo e sonoro affatto banale e quasi (quasi) sperimentale e una fotografia sognante, dettagliatissima e scintillante al momento giusto, con giochi di luce e riflessi; sul piano dei contenuti invece il film impiega tutta la sua durata a esporre la sua tesi e a comprovarla, senza però affrontarne le conseguenza come avveniva nel film precedente del regista. Diciamo che se Another Earth raccontava le implicazione dell’ “E se…?”, in I Origins c’è solo l’ “E se…?”, e il seguito viene affidato all’immaginazione degli spettatori con alcune sequenze durante i titoli di coda che suggeriscono solo alcune delle possibili implicazioni. Per evitare fastidiosi spoiler (dunque fini a se stessi) eviterò di parlarvi di questo e vi metto in allerta riguardo al Trailer che rivela praticamente tutto il film.
Tuttavia rimangono straordinari momenti di forti e sinceri sentimenti umani. I rapporti tra i personaggi e i loro conflitti interiori sono davvero commoventi, così come alcuni episodi che tradiscono le origini indie del regista. E l’aspetto forse più interessante di tutto il film è la sempiterna lotta tra scienza e religione che qui trova un modo abbastanza originale di essere affrontato, nonché un paio di efficaci frasi ad effetto che cominciano tutte, appunto, con “E se…?”.
E allora meglio fare come me e abbandonarsi al piacere della visione e dell’ascolto, senza troppe speculazioni e confronti con altre opere per andare a puntare il dito sulle corrosive dinamiche produttive di Hollywood. Il film potrebbe sul serio essere un piccolo gioiellino, che forte del nome del bravo Michael Pitt potrebbe anche guadagnarsi una piccola fetta del mercato distributivo nostrano e favorire la riscoperta anche del precedente film del regista, trascurato non poco e che per ora rimane un prodotto di nicchia.
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