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Asfalto che scotta

Regia di Claude Sautet vedi scheda film

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La recensione su Asfalto che scotta

di mmciak
8 stelle

"Asfalto che scotta" diretto nel
1960 da Claude Sautet,
devo dire che mi è piaciuto.

La storia racconta di Abel Davos,un gangster condannato
a morte in contumacia e ricercato dalla polizia,
si rifugia in Italia con la sua donna e i suoi due
figli piccoli,dopo un colpo col suo amico Raymond,
sul punto di essere ritrovato,deve rientrare clandestinamente
in Francia.

Allora alla frontiera lo aspetta Teresa insieme ai suoi due bambini
e viene consigliato di cambiare città via mare
partendo da Sanremo raggiungono la costa francese a Mentone.

Ma non tutto andrà secondo i piani e si troverà
braccato dalla Polizia,con amici traditori
e senza una via di fuga.

Il Film è una produzione Franco-Italiana ed è
il 2° Lungometraggio di Claude Sautet dopo
il bellissimo:"Occhi senza volto" di 4 Anni prima,
e torna mettendo in scena il Romanzo omonimo
di Josè Giovanni e si colloca nella specialità
dei Francesi che è il Noir.

Ma questo è un Noir singolare e originale,
perché questi gangster non sono completamente
cattivi e fanno dei reati in fin di bene o
per mantenersi o per tenere i figli a scuola
o in un posto tranquillo,e non solo
perché il protagonista dopo che viene colpita
la moglie in una sparatoria al confine con l'amico,
si trova braccato con due bambini piccoli che
non vuole far capire che succede mentendo.

Il regista è bravo a scavare nella psicologia
di Abel,interpretato da un immenso Lino Ventura,
che si trova disperato dopo
che torna a Parigi e gli amici gli voltano
le spalle e soltanto Eric Stark gli da
una mano finché può,e infatti a volte
la situazione si sposta a situazioni
di altri personaggi come questo,
infatti non si dimentica l'entrata
in scena del mitico Jean-Paul Belmondo.

Poi Sautet cerca di essere il più realista
possibile, per questa messa in pericolo
di questi figli piccoli e con un linguaggio
narrativo rigoroso e ben delineato, non
ci fa perdere l'interesse nella vicenda
che si complica sempre di più,fino
a che anche il suo castello si sfalda
dopo la vendetta verso i suoi ex amici.

La scene che mi sono rimaste impresse sono
quando arrivano via mare a Parigi e c'è
la sparatoria, e quella dove Abel fa un colpo
dal suo amico esperto di gioielli che da anche
una sberla alla figlia.

Nel Cast figura anche una giovanissima
Sandra Milo,che era all'apice della bellezza
e popolarità,che fa una parte di un Attrice
che ha una storia con Stark,e a un interpretazione
molto misurata.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
la cupa Fotografia in bianco e nero di
Ghislain Cloquet,le musiche di Georges Delerue
e le scenografie di Rino Mondellini,
che rendono una buona messa in scena.

In conclusione un buon Noir,
dove il regista con Maestria lo
miscela con la psicologia e il
realismo, e che lascia dietro
una scia di morti e contempo
originale, perché coinvolti anche
bambini con uno stile rigoroso
e ben delineato e che però è un
peccato per il frettoloso finale.

Il mio voto: 7,5.


 

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