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Scandalo a Filadelfia

Regia di George Cukor vedi scheda film

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La recensione su Scandalo a Filadelfia

di Antisistema
8 stelle

Scandalo a Filadelfia è considerato il perfetto prototipo di commedia sofisticata della prima metà del 900', tanto che venne osannata dalla critica dell'epoca e gode di grandi consensi anche al giorno d'oggi  (Mereghetti dà 4 stelline). Considerazione giusta? A mio avviso no, perché sebbene sia un ottimo film, non è un capolavoro perché visto oggi, l'opera risulta essere un po' datata.

 

Tracy (Katharine Hepburn), ricca e aristocratica della Philadelphia bene, non è rimasta in buoni rapporti con l'ex coniuge Dexter (Cary Grant), e si accinge a celebrare un nuovo matrimonio. L'irruzione di un reporter scandalistico (James Stewart) nella sua raffinata abitazione di famiglia le permetterà di capire cosa desidera realmente.

 

Devo dire in tutta sincerità di aver trovato il film un veicolo spot a favore della protagonista principale Katherine Hepburn, che veniva da un periodaccio nero al botteghino dove seppur aveva preso parte a dei film riusciti, da oltre 5-6 anni non incontrava il favore del pubblico e questo è un grave problema per un'attrice ad Hollywood, poiché significa ricevere meno offerte di lavoro e soprattutto, non prendere parte a film con registi più rinomati, e poco importa se si è molto talentuosi o meno.

Sostanzialmente la pellicola può essere vista come una sorta di auto-accusa da parte dell'attrice, per essere stata sino a quel momento più una macchina ambiziosa che un essere umano (rispondeva in malo modo alla stampa, non firmava autografi a nessuno e veniva percepita come una stronza gelida e distaccata). Katherine Hepburn in primis lo capisce ad un certo punto, e produce in prima persona questo film scegliendo Cukor alla regia (che sino ad ora è stato a mio giudizio il migliore a valorizzarla insieme a David Lean ed Harvey) e attori di richiamo come Grant e Stewart.

 

Estendendo questa lettura anche agli altri attori, Cary Grant non personifica altro che il pubblico, visto che dice chiaro e tondo alla donna, che ella ipocritamente rinfaccia agli altri di non sopportare le debolezze altrui e nel dire questo, finisce con il darsi tante arie di perfezione. Il padre di Tracy, invece impersonifica la critica che accusa la figlia di essere una zitella moralista ed ipocrita... in sostanza una figa di legno.
La ragazza capisce i suoi errori derivanti dal suo comportamento sbagliato e si abbandona ad un pianto liberatorio, che fa' emergere tutta la sua umanità visto che il piano di Cary Grant serviva proprio a metterla con le spalle a muro e farla scendere dal piedistallo. La figura antincoformista e ribelle della donna quindi, viene ricondotta sulla retta via pronta ad entrare pienamente nei meccanismi sociali... l'esatto contrario del capolavorico Incantesimo(1938), che aveva il coraggio di prendere le distanze dal mondo alto-borghese.
 
Scandalo a Filadelfia è una pellicola di evidente impronta teatrale, dove la regia di Cukor è totalmente al servizio della sceneggiatura e dei raffinati dialoghi,  rinunciando però alle ambizioni formalistiche di stampo astrattistico-onirico di altri film suoi film riusciti come È nata una Stella o My Fair Lady, che indubbiamente sono tra le sue opere più cinematografiche probabilmente, poiché sfruttano il mezzo cinema con più consapevolezza.
In sostanza un film ironico sulla classe alto-borghese ma alla fine poco cattivo... in fondo i ricchi sono come noi poveri... hanmo anche loro i nostri problemi  e infondo... anche loro ogni tanto piangono.
Ottimo film, con eccellenti prove attoriali di tutto il cast (Stewart vincerà il suo unico oscar), ma tutto questo culto a capolavoro inarrivabile... sembra francamente esagerato; Lubitsch e Wilder erano su altri livelli. Katherine ottiene il successo di pubblico agognato e avrà una seconda bella metà di carriera sino al Leone d'Inverno del 1968.
 
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