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Teneramente folle

Regia di Maya Forbes vedi scheda film

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La recensione su Teneramente folle

di mc 5
10 stelle

Mi sono innamorato di questo film come ci si innamora di una donna che incontri all'improvviso. Magari sei consapevole che non sarò per sempre, che non potrà durare, che non è la donna della trua vita, tuttavia percepisci che in quel momento quell'incontro è stato fatale. Così anche per questo piccolo film indipendente, capisci che non è un film che ti cambierà la vita, per nulla, però te ne innamori e ci perdi la testa. Di fronte ad una storia così bella e ben raccontata, di fronte ad una sceneggiatura (e regìa, appartengono alla stessa persona, la simpaticissima Maya Forbes), di fronte a dei ruoli scritti con amore (e si vede!), di fronte a quattro personaggi deliziosi che più non si può, beh, tutte le mie difese sono cadute, e sulla poltroncina del cinema ho riso e ho pianto senza ritegno. Chiudo subito la parentesi "pianto" dicendo che questo padre così speciale mi ha ricordato (per alcuni versi, certo non tutti) Mario, mio padre scomparso qualche anno fa: nel suo modo tutto speciale di allevare le sue due piccole bambine ho ritrovato qualche traccia del mio rapporto con lui. Poi, diomio, quel sapore da cinema dei sentimenti, da cinema dal retrogusto vintage (eh beh, siamo nel 1978), quelle musiche d'annata (qui devo assolutamente ripetere la parolina "vintage"), ebbene sì siamo in pieno cinema da Sundance. Esiste poi un "cinema da Sundance"? secondo me sì e so bene che molti lo rifuggono come la peste. Io al contrario per lo più lo amo, perchè spesso si tratta di un cinema che attiene ai sentimenti semplici, alla gente comune. E se qualcuno mi parla di minimalismo chissenefrega. Certo ci sono dei minimi sindacali di minimalismo, ma parlare al cuore della gente, esprimendo sentimenti umani attraverso storie di vite semplici non è che debba esser per forza "minimalismo". Prendiamo questa chicca di film per esempio. Tratta della vita di una coppia e delle loro due piccole figlie. E le cose che capitano loro son cose piuttosto ordinarie (col presupposto che siamo in America, con certi "usi e costumi" spesso a cui non siamo abituati, però poi in fondo i sentimenti basilari che animano ciascuna persona sono gli stessi ad ogni angolo del globo). Ho parlato di una famiglia, ma qui va detto che l'aspetto "speciale" di questo nucleo è che il padre soffre pesantemente di depressione da disturbi bipolari. Per cui è una persona normale ma -per molti versi- dimezzata da una malattia che lo rende insicuro e scarsamente concludente. La moglie invece è una creatura splendida, divisa pericolosamente tra il supporto affettivo verso il coniuge e la responsabilità di dover allevare due figlie meravigliose che affrontano il problema di dover convivere con un padre "problematico" dotandosi di una maturità e di un amore che commuove lo spettatore (io senz'altro). E badate che nonostante ciò che ho appena enunciato, il film non ha NULLA (ripeto nulla!) di melenso o di ruffiano. Racconta semplicemente gli alti e bassi di una famiglia americana un pò speciale. Ci sono alcune scene di una dolcezza impagabile, altre di una simpatia irresistibile. E -tra teen horror sopravvalutati e i cazzi di dinosauri riesumati in nome del dio dollaro- questo autentico gioiellino rischia seriamente di passare inosservato (ipotesi favorita da una distribuzione quantitativamente ridicola). Sullo sfondo, un'America di persone comuni, di censo modesto (anche se il protagonista proviene da una famiglia alto borghese dalla quale però non riceve nessun aiuto anzi viene quasi respinto, forse proprio per "quel problema" che lo rende inaffidabile e di umore mutevole). Vediamo dunque persone alla affannosa ricerca di un lavoro, edifici collocati in quartieri popolari, bambini che fanno giochi semplici. Insomma quella "altra America" che ricorre sovente nel cinema "da Sundance", mettendo al bando (per dire) poliziotti duri e vincenti. Onore al merito dunque di Maya Forbes (regista e sceneggiatrice, nonchè artista simpatica che ho scoperto su You Tube). Mark Ruffalo è straordinario. E pensare che un attore possa passare da un Hulk milionario a un film indie deliziosamente piccino mi riempie di gioia e di soddisfazione. Su Zoe Saldana non ho parole. Qui è di una bellezza che mi ha "piegato", il suo ruolo è molto bello e lei recita con adesione assai intensa....e io la osservavo contemplandone la fiera bellezza (una delle due o tre donne più belle di Hollywood!). E infine le due superstar: le due ragazzine. Sono FANTASTICHE!. Si chiamano Imogene Wolodarsky (la "chiara") e Ashley Auderheide (la "nera"). Sono entrambe clamorose, peraltro aiutate da un copione sublime, e aggiungo che la "scura" (Ashley) è dotata di un talento naturale che sbaraglia tutti gli altri attori, e sono pronto a giurare che questa ragazzina diventerà una star. E il fatto è che oltre a interpretare divinamente il suo "personaggino", grazie a dio non ha quell'aria fastidiosa da fenomeno da circo che possiede invece (per dire) quel nano ammaestrato del figlio di Will Smith. Film da vedere con animo sereno, ci si diverte e ci si sente bene. (PS: sicuramente uno dei miei film dell'anno).

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