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Rocky

Regia di John G. Avildsen vedi scheda film

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La recensione su Rocky

di LucioLoLoryLore
10 stelle

 

A mio modesto parere, per questo primo capitolo della mitica saga almeno, la boxe potrebbe scivolare anche in secondo piano; non è la chiave di lettura.

Magari sarà il nocciolo del film, ma la sua essenza è da ricercarsi altrove.

Nello spaccato sociale, una Philadelphia povera e decadente, così ben fotografata la notte fredda e desolata, illuminata dai fari del camioncino che consegna i giornali... o quella pullulante di vita in un mercato, una vita misera e faticata, che rialza la testa al passaggio del suo figliol prodigo, rubando un alito di speranza; quel figlio miserrimo, che di li a breve assurgerà ad eroe, non solo sportivo.

 

Sylvester Stallone

Rocky (1976): Sylvester Stallone

E ancor più, è lo spaccato personale, intimo, dello stesso Rocky ed il suo contorno di sconfitti, i quali non chiedono, provano solo a resistere.

Non 15 round, ma una vita intera e misera.

Sylvester Stallone

Rocky (1976): Sylvester Stallone

 

C’è una scena che definisce bene il personaggio: quella della chiacchierata con la ragazzina sbandata, Susan, per cui il buon Rocky spende parole paterne, educative, cercando di correggerne la cattiva inclinazione... per ottenerne alla fine... solo un eclatante - “ehi Rocky... VAFFANCULO ROMPIPALLE!!"

E parte quella musica triste... 

 

Ma lui incassa, da buon incassatore... ci pensa su un attimo e manda giù un rospo grosso così - “in fondo chi sono io? Un rompipalle!”;

ma lui ha le spalle larghe... il tempo di attraversare la strada e subito prova il suo gancio destro contro un palo. Tutto passato...

 

In assoluto la scena più triste di tutta la saga, quella che sempre mi provoca una stretta alla bocca dello stomaco, che mi commuove. Sempre.

 

La soddisfazione che regala il primo gancio sinistro di Rocky ; quanto ci siamo esaltati tutti quanti, quando quel negrone sbruffone di Apollo va al tappeto, così, all’improvviso.

Sylvester Stallone, Carl Weathers

Rocky (1976): Sylvester Stallone, Carl Weathers

 

E quanto trovo straordinario e sempre emotivamente toccante, tutta la scena del dialogo che sfocia in uno dei più bei monologhi mai uditi al cinema: umile e sussurrato, ed infine urlato, per concludersi muto, dalla malinconica di quella musica soffocato... tra il pugile afflitto, ed il vecchio allenatore avvilito ed avvizzito dal tempo, Mickey; mesto, umile... pesto nel volto e nell’animo – un veramente ispirato Burgess Meredith, con i suoi slanci, i suoi versi, i suoi imploranti sussurri.

 

Sylvester Stallone, Burgess Meredith

Rocky (1976): Sylvester Stallone, Burgess Meredith

Davvero una strepitosa interpretazione, un momento di grande cinema!

Secondo me doveva scapparci anche l’oscar all’attore per qualcuno, almeno quello al non protagonista. Almeno!

Invece solo tante candidature per l'intero cast, tutte le più importanti, quelle artistiche, ma si prese le due statuette più ambite: regia, film e montaggio.

Incredibile non abbia vinto quello per la colonna sonora, a dir poco mitica: un vero inno!

 

Commovente anche l’ultimo incitamento del suo secondo, Mike (quello piccoletto con il berretto e che tanto ricorda il cabarettista Cirilli), all’ultimo round, quando esorta il suo pugile a colpire al fegato, perché lui ci crede ancora, quand'invece Mickey ha già buttato virtualmente la spugna.

Sylvester Stallone, Burgess Meredith

Rocky (1976): Sylvester Stallone, Burgess Meredith

 

Alcuni dialoghi strappano un amaro sorriso; direttamente dal ring, tra allenatore e pugile – “Hai il naso rotto” – “Sono brutto?” – “Che credevi, di essere bello?!”.

O quando nel mattatoio, Rocky chiede a Poli“hai ucciso tu tutte queste bestie?!” – “no, si sono suicidate!”

O ancora, il goffo pugile che spiega alla sua bella, la faccenda dei pugili mancini – “Come i punti cardinali; sud, sud evest!”. ;-D)

E ancora, le schermaglie con lo scagnozzo, l’autista del suo “capo”, “il gangster da 4 soldi” Gasco, (comunque un vero amico, sempre prodigo di cospicue mance per il suo duro "spezza ossa") il quale, parlando di Adriana, raccomanda Rocky di portarla allo zoo, “perché ai ritardati piace andare allo zoo”. ;) 

 

Che poi, nella scena del pattinaggio, Talia Shire sembra davvero ritardata... quant’è brava!

E irriconoscibile qui, rispetto all’altro suo ruolo celebre, la Connie de “Il Padrino”, magistrale opera del suo fratello più celebre, il blasonato Francis Ford Coppola.

Sylvester Stallone, Talia Shire

Rocky (1976): Sylvester Stallone, Talia Shire

 

Tenerissima e pure toccante, è la scena del bacio; che sembra non arrivare mai: lui la invita a raggiungerlo sul divano, lei resta vicino la porta, diffidente ed intimidita come un gatto randagio che vuole però avvicinarsi al lardo, temendo, nondimeno, di lasciarci lo zampino... ma poi, a quel lardo, tenero, forte, rudemente dolce... ci arriva.

Il suo primo bacio.

Sylvester Stallone, Talia Shire

Rocky (1976): Sylvester Stallone, Talia Shire

E che bello quando Adriana gli affida Birillo, il cagnolone che gli fa una festa! ? (un vero peso massimo di “bull mastiff”; pare sia stato davvero quello di Sly). Poveraccio! Sempre chiuso in quella gabbietta stretta; commosso, ma col sorriso anche qui.

Sylvester Stallone

Rocky (1976): Sylvester Stallone

 

Al contrario della drammatica sfuriata di Poli contro la sorella, contro il suo unico amico, ora fidanzato ufficiale di lei... un altro pugno allo stomaco...

Burt Young

Rocky (1976): Burt Young

 

O quando la stessa donna, nello spogliatoio, prima che il fidanzato si avvii al ring, che per lei ha più il senso di un patibolo; Rocky scherza sull’accappatoio e gli chiede di fargli gli auguri: - “Auguri” – “oh Adriana! Non è che questo accappatoio m’ingrossa?!” – “auguri”;

un groppo in gola, occhi lucidi che bruciano...

Sylvester Stallone, Talia Shire

Rocky (1976): Sylvester Stallone, Talia Shire

 

Insomma, quello che voglio dire, è che la vera forza del film sta ben lontana dal ring.

E questa forza, questa buona qualità, verrà sistematicamente ridotta quanto più aumenteranno i numeri cardinali accanto al titolo, nei successivi capitoli della saga famigerata.

 

La storia del film la conoscerete un po’ tutti: Stallone andava girando da anni, bussando di porta in porta, cercando chi volesse produrre quella sceneggiatura scritta a quattro mani, in cui lui credeva fermamente.

Lo trovò principalmente nel collega – e poi amico, Irwin Winkler, il famigerato (ai miei tempi), Arthur Fonzarelli detto “Fonzie” di “Happie Days”.

 

Curiosità – la scena delle uova: mi son sempre chiesto se fossero uova vere; quattro uova crude, intere, appena tirate fuori dal frigorifero... alle 4 di mattina... e poi va a correre, a – 4°: da un punto di vista nutrizionale, equivale ad un suicidio. ;-D

 

Son quasi sicuro che la voce che doppia Mikey sia la stessa di un altro allenatore di boxe cinematograficodel cinema nostrano e molto meno drammatico: Bortolazzi e il suo pugile Pericle, rispettivamente Armando Brancia e il ben più noto Carlo Verdone, in “Grand Hotel Excelsior”.

Burgess Meredith, Sylvester Stallone

Rocky (1976): Burgess Meredith, Sylvester Stallone

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