Espandi menu
cerca
Night Train

Regia di Yi'nan Diao vedi scheda film

Recensioni

L'autore

pazuzu

pazuzu

Iscritto dal 2 luglio 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 101
  • Post 4
  • Recensioni 477
  • Playlist 12
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Night Train

di pazuzu
8 stelle

Hongyan Wu balla da sola, davanti allo specchio nella sua casa vuota. Il treno che settimanalmente la conduce da Pingchuan a Xincheng la allontana dal tribunale presso il quale lavora, e presso il quale ogni giorno entra in contatto con donne disperate imputate di crimini dovuti ad insopprimibili slanci di orgoglio finiti in dramma. Stare accanto ad ognuna di esse è la sua mansione, che si tratti di sostenerle in seguito allo svenimento susseguente alla lettura del dispositivo della sentenza, oppure di accompagnarle al trapasso procurandogli materialmente la morte cui sono state condannate. Con un colpo di pistola.
Vedova da oltre dieci anni, Hongyan sfrutta quei viaggi per recarsi alle serate danzanti organizzate da un'agenzia matrimoniale ed ivi ritagliarsi un angolo dal quale osservare in disparte la felicità simulata dagli altri. Gli incontri, comunque, arrivano: forzati, innaturali, e privi di ogni urgenza che non sia quella di un bisogno compulsivo di sentirsi viva. La dicotomia tra la crudeltà imposta da un mestiere disumanizzante e l'intimità mai ricercata realmente con gli altri e trovata solo e dolorosamente con sé stessa, segna la trama monocorde di un'esistenza in levare costellata di emozioni trattenute e trascinata per inerzia, che ha un sussulto, forse l'ultimo, quando incrocia quella di Jun Li, il vedovo per nulla amato dell'ultima prigioniera giustiziata, che dopo essersi visto sottrarre anche il figlioletto (affidato al cognato) medita vendetta.

Presentato in sordina a Cannes nella sezione Un Certain Regard nel 2007, Night Train consegna il ritratto impietoso di un paese, la Cina, oppresso da un regime castrante i cui effetti annichilenti si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni di chi, a seconda del ruolo rivestito nella società, si ritrova costretto a fare i conti con l'inabissarsi della propria coscienza o con la perdita della libertà, dell'affettività, della disponibilità a mettersi in gioco. Così alla funzionaria che in pubblico è il braccio armato del potere ma che quando sveste i guanti del killer si sente nuda, impreparata e indifesa, fa da contraltare l'operaio problematico che, messosi sulle sue tracce per ucciderla, ci instaura un rapporto torbido ed ambiguo nel quale i suoi disordinati propositi di rivalsa convivono instabilmente con i di lei sensi di colpa; e tutt'intorno a loro gravita una serie di personaggi minori, ciascuno abbandonato alla propria solitudine e ad un grado più o meno avanzato di consapevolezza della propria sconfitta.
Uniformandolo esteticamente alla condizione di generale sconforto che gli preme rappresentare, il regista Yinan Diao (qui alla sua opera seconda) imprime al film un ritmo lento e sommesso ed una gelida atmosfera di generale incomunicabilità, lasciando che un mesto senso di rassegnazione pervada ogni scena, ed assegnando ai meccanismi sadici del sistema giudiziario il ruolo di ineluttabile presupposto e tragico sfondo ad un percorso senza speranza dal quale non c'è possibilità di uscir salvi. ***½

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati