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Viaggio nella pianura ungherese

Regia di Béla Tarr vedi scheda film

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La recensione su Viaggio nella pianura ungherese

di mck
7 stelle

 

A cura di :

 

Vig Mihály - attore e compositore/musicista

Fred Kelemen - direttore della fotografia

Hranitzky Ágnes - co-autrice

Tarr Béla - co-autore e regista

 

Cascina Danubio.

 

Evapora in una nuvola rossa ( DeAndrè - Amico Fragile ) il compendio a Satantango girato a colori ( non lo faceva dall'Almanacco d'Autunno di dieci anni e due film prima, e non lo rifarà più ) e in video da Tarr Béla negli stessi luoghi, in cui gli uccelli non smettono mai di cantare ( Venedikt Erofeev - tra Mosca e Petuški ), del proprio Heimat Underground, con il sodale compositore Vig Mihály che cammina e sosta per i campi ( gli stessi, proprio gli Stessi, universalmente gli stessi di Satantango, e lo stesso Irimias...) dell'Alföld-Puszta e tra i ruderi del paesaggio-ecosistema agricolo magiaro, suonando all'harmonium un pezzo dal film-fiume/pantano dell'anno prima e declamando i versi del poeta ungherese Petófi Sándor ( 1823 - 1849 ). E poi s'un treno, s'un carretto trainato da un cavallo con compagni liberi al fianco, in riva al grande fiume, s'un furgone a cassone scoperto, in taverna, tra i ruderi del lavoro della campagna feudale, comunista, capitalista ( [...] per l'amore io sacrifico la vita / per la libertà sacrifico l'amore. ).

 

Villaggio Ungheria.

 

Girato, con 'piccoli' piani sequenza e molti movimenti di macchina circolari, alla fine di Agosto - inizio Settembre ( lo deduco dal colore degli steli e delle spighe delle piante di grano nei campi, e da quello delle foglie dei pochi, radi e sparsi alberi e delle erbe 'infestanti' e pioniere ), relega la speranza ad una dedica ( dopo-prima di cedere il passo ai colori dell'Almanacco d'Autunno, un Carnage infinito ) visiva : il dondolare dell'infanzia pallida e assorta s'un'altalena arruginita.

Per poi affondare un'ultima stoccata :

La vita non vale neppure quanto una pentola rotta della cucina,

dal cui fondo un vecchio mendicante lecca i resti della salsa.

 

Danubio Fattoria.

 

Tarr lascia il tempo alle cose d'assestarsi, di dimenticare l'essere umano.

E invece è Luglio.

C'è ancora tempo...

Il controluce ( non il tramonto, non lo spegnersi d'una candela, non la danza ubriaca di lontane luminose sfere celesti, ma il colore ) del pieno giorno si mangia i contorni delle cose : ascolta : il canto degli uccelli, il frinire delle cavallette, la voce umana...

Straub-Huillet.

 

Ungheria Mondo.

 

Detta ( le poesie si recitano ? si declamano ? si interpretano ? si pronunciano ? si dicono...) da Vig Mihály nel film :

 

[...] Così spesso ho desiderato la morte.

Ed ora che sopraggiunge,

respirandomi addosso,

ora [...], sono di tutt'altro avviso.

Comunque sia, comparata alla morte, la vita

ha sempre più valore.

Nella morte non c'è altro che pace,

nulla di vero.

Qui c'è dolore, che

s'alterna però a gioie e caldi pensieri.

Domani lascerò le gioie e i dolori.

All'occhiello porto un fiore.

Quando l'aria primaverile giungerà,

rifiorirà sulla mia tomba. [...]

 

Questa, non presente nell'opera di Tarr, per esempio contiene " A Torinoi Lo " e la vera fine del poeta, 26enne, nella battaglia di Segesvar, in una delle tante Rivoluzioni che portano in data un '' '48 '', quella Ungherese, del 1848.

 

( Egy gondolat bánt engemet..., 1846 )

 

Mi tormenta un pensiero,

morire in letto da solo,

consumarmi come un fiore,

che mangia un oscuro verme,

consumarmi lento come una candela

lasciata sola in una stanza vuota.

Là voglio morire io, nel campo di battaglia,

[...] e passando sul mio cadavere

che corrino cavalli calpestandomi,

verso la vittoria finale. [...]

 

( Traduzione di Agnes Preszler © - 2002 )

 

Insomma, in antitesi e sintesi, in dialogo : Sepolcro e Purgatorio.

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