Espandi menu
cerca
Pazze di me

Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

LorCio

LorCio

Iscritto dal 3 giugno 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 145
  • Post 34
  • Recensioni 1625
  • Playlist 251
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Pazze di me

di LorCio
4 stelle

Il vantaggio di Fausto Brizzi è che dopo Com’è bello far l’amore non poteva fare di peggio. Quella sguaiata e triste commediaccia aveva probabilmente segnato un punto di non ritorno nella carriera non disprezzabile di un autore capace di creare attorno a sé un gruppo collaudato di lavoro (una sorta di Brizzi Pack), sceneggiatore seriale per cialtronate di Natale, regista che ambiziosamente tenta di coniugare la commedia della tradizione nostrana con una tendenza più anglosassone ed ora anche produttore (anche di opere serie come l’ultima di Bertolucci).

 

Pazze di me si propone di essere la rinascita del modello Brizzi, che ha fondamentalmente realizzato sempre lo stesso film dai tempi di Ex (Notte prima degli esami è un caso a parte, forse l’unico, vero film generazionale italiano degli ultimi vent’anni). La storia orbita attorno ad un povero cristo trentenne (la cui normalità è data dal fatto che è lavoratore interinale) la cui famiglia di sette donne ha sostanzialmente rovinato la vita e distrutto la possibilità di qualunque rapporto sentimentale. Le sette donne rispondono a collaudati stereotipi (la madre dispotica, la sorella femminista, la sorella frivola, la sorella perfettina, la nonna rimbecillita, la badante dell’est) e fanno di tutto per trattenere a casa l’unico uomo della famiglia (il padre è scappato venticinque anni prima: dategli torto) per usarlo come valvola di sfogo.

 

A suo modo, Pazze di me rappresenta bene l’esigenza del tutto impopolare e peraltro abbastanza diffusa della debolezza del maschio (venti-trentenne) contemporaneo medio di emanciparsi dalle donne castranti della propria vita. È una situazione che il movimento femminista, naturalmente, non considera, ma sarebbe il caso di mettere in luce come tanti esponenti del genere maschile di oggi si comportino come le fanciulle degli anni cinquanta. Non è un caso che gli uomini del film si differenzino in due categorie: da una parte ci sono i romantici e delicati (il protagonista, il portiere innamorato, il filosofo inconcludente, il medico timido) e dall’altra gli infedeli e i violenti (il suocero e il padre del protagonista, l’ex ragazzo della di lui fidanzata, uno dei compagni di una delle sorelle), come a voler sostenere una tesi fondamentalmente manichea del genere maschile contemporaneo. Nonostante il titolo, alla fine risulta essere un altro film sugli uomini (sostanzialmente l’ennesima variante di Ex) in perenne ricerca d’amore e dal destino ridicolo.

 

E le donne? E le donne non ci fanno una gran figura perché la loro serenità è qui data quasi esclusivamente dalla presenza di un maschio o dalla certezza che il maschio amato sia un coglione. Pazze di me è perlomeno decoroso ma soffre di una sceneggiatura troppo meccanica e schematica che conferisce al film un senso di irrisolutezza tale da farlo essere un’occasione abbastanza sprecata. Non funzionano alcuni personaggi (insopportabile la femminista di Claudia Zanella, troppo paradossale la sposa abbandonata di Chiara Francini, totalmente sprecata la grandissima Lucia Poli in un ruolo da cabaret), non funziona molto la commistione tra splapstick e commedia romantica, non funziona il finale troppo consolatorio. All’attivo ha la prova misurata di Francesco Mandelli e il bel ritorno di quella fuoriclasse di Loretta Goggi, che non calca la mano offrendo così un’interpretazione ben calibrata e sfumata. La scena del primo abbandono della casa ha la sua efficacia melodrammatica proprio grazie alle insolite mezze tinte e alla inusuale malinconia della Goggi.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati