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Bel Ami. Storia di un seduttore

Regia di Declan Donnellan, Nick Ormerod vedi scheda film

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La recensione su Bel Ami. Storia di un seduttore

di supadany
4 stelle

Una coproduzione internazionale, quattro mani e due cervelli (i due registi) per una riproposizione del libro di Guy De Maupassant flebile che se da un lato ha chiaro il messaggio portante, tra l’altro adattabile più che bene anche ai tempi nostri e per molteplici sfumature (come la mancanza di talento imperante e il desiderio di scalare le posizioni sociali senza meriti al di là del bell’aspetto), dall’altro tende a semplificare il più possibile finendo con il risultare piatto laddove vi era la possibilità di ricavarne parecchio.

Parigi XIX secolo ormai agli sgoccioli, Georges Duroy (Robert Pattinson) vive alla giornata fino a quando non incontra un ex compagno d’armi ed entra in contatto con un gruppo di donne che, compiacendole, lo aiutano a far strada.

Dapprima Madeleine (Uma Thurman) lo aiuta nella scrittura, poi Virginie (Kristin Scott Thomas) gli permette di arrivare a notizie di prima mano, mentre per i suoi incontri amorosi non disdegna la più giovane Clotilde (Christina Ricci).

Georges non si farà nessuno scrupolo nel tentativo di arrivare sempre più in alto.

 

 

Un film che scivola via nell’anonimato, e già questo non è buona cosa vista la storia dalla quale prende le coordinate, che ha il suo principale tallone d’achille nell’incapacità di rendere vivi e forti i tanti risvolti drammatici che sopraggiungono con continuità.

Lascia proprio la sensazione di non voler prendersi rischi, di voler rimanere il più semplice possibile (i vari intrighi sembrano spesso trascurati), peraltro patinando i tanti incontri sessuali (va bene non esagerare nel mostrare, però nemmeno ripulire così le immagini è una scelta accettabile e funzionale al racconto) e la scelta come protagonista di uno svagato Robert Pattinson, idolo delle più giovani, alimenta sospetti, non certo la qualità del film dato che la sua interpretazione non riesce ad incidere (ne)i (presunti) momenti topici (insomma un po’ un bel faccino da pesce lesso).

Poi il senso di arrivismo, con le azioni atte sempre al medesimo fine, certo non viene celato, ma l’andamento appare fin troppo meccanico e, per quanto già scritto, spogliato.

Una pellicola quindi deludente, che come principale qualità ha quella di essere popolata da tre attrici calzanti alle loro parti (Kristin Scott Thomas alza in solitaria il livello di pathos, Uma Thurman è donna di tempra, Cristina Ricci riflette la meraviglia del sesso), purtroppo il resto è davvero poco cosa.

Arrendevole. 

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