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Cose dell'altro mondo

Regia di Francesco Patierno vedi scheda film

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M Valdemar

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La recensione su Cose dell'altro mondo

di M Valdemar
4 stelle

Certi intelligentissimi politici (ossimoro), fieri paladini dell'orgoglio padanoveneto, appoggiati dal "governatore" leghista (il gaio zaia), hanno autoritariamente e rumorosamente tuonato contro questo film, invitando gli onesti cittadini a boicottarlo. Quindi mi sono precipitato a vederlo. E con me parecchi altri, almeno così parrebbe dall’affollamento nelle sale. La produzione ringrazia.

Ciò detto, ci troviamo di fronte all’ennesima commedia italica virata in farsaccia o ad un’arguta satira sociale? Beh, non si raggiungono i “sublimi” abissi di parecchie “opere” nostrane, però …

Date le premesse (e le promesse) era lecito ed opportuno aspettarsi di più, qualcosa che non avesse insomma i soliti difetti del genere: sceneggiatura imprecisa e sbrigativa, confusionaria e prevedibile; ritmo e tenuta che s’afflosciano quasi subito; colonna sonora tanto stereotipata quanto fastidiosa; recitazione poco più che mediocre; regia “invisibile” e poco incisiva.

Duole ammetterlo, ma ci si trova dinanzi al solito armamentario costituito da personaggi-macchietta dalla semplicistica e banale carica metaforica nonché dall’ancor più banale dimensione (cioè, c’era da stupirsi se l’imprenditore razzista va con la prostituta di colore?), dialoghi e situazioni risibili e battute scadenti (ma in parecchi hanno riso ogni qualvolta Abatantuono - faticosamente - imprecava in dialetto), buonismi a palate e un finale monco dietro cui celare, probabilmente, l’assenza di idee per una degna chiusa.

Sostanzialmente, un ritratto approssimativo e sintetico della (in)civiltà moderna, consumata dagli agi e sordocieca ai mutamenti della società. Figurarsi poi se si riesce, se non in maniera dilettantistica, a descrivere l’impatto che su tale società può avere un’improvvisa (e da molti - checché si voglia far credere - augurata) mancanza degli immigrati, quelli che - tanto per usare una retorica constatazione - s’accollano tutti i lavori umili.

In conclusione, c’era tutto il necessario (anche attraverso lati grotteschi e fantastici, qui malamente svolti, appena abbozzati) per imbastire un vero e proprio “attacco” alle coscienze, collettive ancor prima che individuali; tutt’al più invece, suvvia, ah ah ah ... e che volete? ci si diverte un poco e poi chi s’è visto s’è visto. Chi è che vuole altro?

Delle due l’una: scelta voluta o incapacità cronica? Mah, ai posteri (che saranno tutti immigrati?) l’ardua sentenza. Che andrà in prescrizione.

Cose di questo mondo.

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