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The Unjust

Regia di Ryoo Seung-wan vedi scheda film

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La recensione su The Unjust

di emil
7 stelle

"Stiamo facendo la cosa giusta?"

 

"Non ha importanza ciò che è giusto o sbagliato, l'importante è  che crediamo che lo sia."   - detective Choi -

 

Il dilemma morale di "UnJust"  (lett. "cattivo affare")  è riassunto tutto qui. Ma non ha connotati universali, è meschino, volto ed attento solo al proprio orticello. Così tapino da far sprofondare i personaggi in un baratro agghiacciante e senza speranza, dove alla fine tutto è consegnato alla legge della pistola, l'unica in grado di metter chiarezza.

 

Cinque casi di stupro ed omicidio ai danni di bambine. La polizia brancola nel buio dopo l'uccisione di un indiziato prima di determinare la sua colpevolezza. L'opinione pubblica è in fermento. Il capo della polizia cittadina consegna l'indagine nelle mani del losco detective Choi e della sua squadra, che nel frattempo è sotto inchiesta per aver accettato denaro da un ex malativoso riclicatosi impreditore. Choi deve trovare un capro espiatorio per calmare le acque e tirare a lucido il corpo di polizia; l'indiziato n. uno è il già condannato per abusi su minori Seok; a tutti costi, non ha importanza se sia davvero il colpevole o no, va sbattuto dentro. Il procuratore Yang, compromesso e corrotto dai regali di Yang Su, altro imprenditore arrestato da Choi, non vede l'ora di incastrare il detective e la sua squadra.

 

Seung Wan mette tanta carne al fuoco, alterna il registro a tratti quasi grottesco  al ritmo possente di denuncia ed il film impiega un po' a decollare. L'attenzione richiesta allo spettatore è importante, necessaria per barcamenarsi fra tutti i personaggi ed i loro "incroci" narrativi, ma passata la prima mezz'ora circa , il film acchiappa di brutto.

 

Il marcio delle istituzioni (polizia e procura) viene fuori a bomba, attraverso personaggi che di primo acchitto fanno sorridere , ma che poi diventano emblema di una corruzione opulenta e malvagia, che invade la società coreana fino al midollo. Davvero non si sa da che parte stare: il procuratore Yang è disgustoso ed attaccato alla carriera, il detective Choi è un misto tra viscidezza e pochezza morale da far paura. Non parliamo del corpo di polizia, dilaniato da lotte interne per il potere. La mancanza di valori positivi aprirà uno squarcio immenso in voi, molto di più di inganni, false piste e spari.

 

Il film è un vero atto d'accusa verso il sistema giudiziario coreano, ed il durissimo epilogo lascia pochi dubbi sulla possibilità che le cose cambino.

 

Una pellicola potente, impegnata, di denuncia. Un film consigliato.

 

 

 

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