Regia di Steve Antin vedi scheda film
Il nulla più totale per un attore/regista, Steve Antin, che dimostra qui tutti i suoi limiti. Davvero il Burlesque avrebbe meritato ben altro omaggio che non questo improponibile “Burlesque”. VOTO: 2
Il regolamento dell'atletica leggera stabilisce che nelle competizioni di salto in alto e salto con l'asta, quando due o più atleti sono appaiati sulla stessa misura, vince quell'atleta che ha saltato tale misura nel minor numero di tentativi. Succede così che quell'atleta che rimanesse l'unico del lotto ad aver già fallito due volte su una data misura chiede ai giudici di alzare ulteriormente l'asticella per la sua ultima prova. È una mossa disperata e 99 volte su 100 non produce risultati, ma l'atleta d'altronde sa di non aver niente da perdere. Ecco, questo discorso potrebbe applicarsi alla perfezione a Steve Antin, attore scarsino la cui carriera ha già abbattuto due volte l'asticella e che prova qui la mossa disperata del passaggio alla regìa. E i risultati si vedono: un film, questo “Burlesque”, tanto ricco nella confezione quanto misero nei contenuti. Davvero non c'è niente di niente: la trama è scontata a livelli direi quasi esemplari, gli interpreti sono a dir poco inadeguati, con da un lato la regina della plastica facciale Cher il cui volto ha ormai l'espressività di un ombrello aperto, e dall'altro una cantante scarsina ma bravissima nel marketing, Christina Aguilera, qui peraltro alla sua prima -e speriamo vivamente unica- esperienza come attrice. Si salva dal disastro il sempre bravo Stanley Tucci e un paio di numeri (periferici) niente male, ma è pochissimo. Davvero direi che il Burlesque avrebbe meritato ben altro omaggio che non questo "Burlesque"! Da mostrare in ogni scuola d'arte sotto l'etichetta “Esempio di come NON fare MAI un film”.
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