Trama
Un viaggio tragicomico nella storia attraverso il lungo e faticoso percorso unitario italiano. Mazzini, Garibaldi, Cavour, Verdi… nomi che oggi suonano lontani, ma che così lontani non sono. Una grande rivoluzione - quella del Risorgimento -salutata come vera e propria epopea nell’Ottocento, ma ridimensionata nel secolo successivo dal “male oscuro” italiano. Potere, intellettuali e popolo, un rapporto difficile, spesso violento e non privo di cinismo, che di fatto ha impedito il formarsi di un sentimento nazionale condiviso. Il racconto di questa epopea a metà, si sviluppa tra cinegiornali e documentari dell’archivio Luce che attraversano, non senza retorica, la storia nazionale dagli anni dieci agli ottanta; un sentimento critico e amaro, anche ironico, che è nelle parole di scrittori e poeti di estrazione politico-culturale diversa; e, a fare vero e proprio controcanto, suoni ed espressioni del popolo, che cantano gioie e dolori di una storia ricca e violenta.
Note
Centocinquant’anni che il regista racconta a modo suo, con uno sguardo originale e critico, ma allo stesso tempo patriottico. Non si e ci risparmia le molte ombre di un passato duro e mai puro, mette mano all’Archivio Luce e alla memoria musicale popolare, ci regala la lettura di autori importanti, radicali e “diversi” (Ibsen e Pavese su tutti), usa un immaginario culturale eclettico rendendolo omogeneo ma mai omologato, facendone un discorso allo stesso tempo istintivo - le immagini sono popolari, offrono visi di lavoratori e cittadini, di briganti ed emigranti - e di alto valore intellettuale.
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