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Un anno da ricordare

Regia di Randall Wallace vedi scheda film

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La recensione su Un anno da ricordare

di FilmTv Rivista
4 stelle

Ritorna a essere emanazione “coppoliana” Diane Lane, non quella fasulla di Come un uragano. In Un anno da ricordare è Penny Chenery, casalinga e madre di famiglia che emerge nel mondo dei cavalli grazie a Secratariat, purosangue inglese, vincitore della Triple Crown. Una figura reincarnata sullo schermo (sia il personaggio sia l’attrice) in un biopic liberamente ispirato al libro Secretariat: the Making of a Champion di William Nack, senza troppe vertigini ma comunque solido nel mantenere alta la tensione emozionale in un film basato su una storia vera. Randall Wallace, sceneggiatore di Braveheart e regista di La maschera di ferro e We Were Soldiers, ama il respiro epico, che inizialmente fa fatica a prendere forma per una composizione illustrativa d’epoca che si mantiene troppo in superficie nella rappresentazione dell’inizio dei primi anni 70 (il film inizia nel 1969) e nella costruzione delle dinamiche familiari (senza però annegarci dentro come Ang Lee in Tempesta di ghiaccio). Poi il film ha impennate irregolari e dà il meglio di sé soprattutto nelle gare, in cui si vede lo sguardo e si sente il cuore di Secretariat, e nella complicità tra la protagonista e l’addestratore interpretato da John Malkovich. Siamo sull’onda di Seabiscuit e Dreamer, con tracce del filone sulla boxe (i bei duelli verbali in conferenza stampa alla Rocky). Ma manca qualcosa per superare l’ostacolo decisivo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 24 del 2011

Autore: Simone Emiliani

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