Regia di Eduardo Tartaglia vedi scheda film
La teatralità della sceneggiata napoletana trasformata in trasposizione cinematografica, perde di valore, annulla l’unicità che la caratterizza nel mondo. ogni volta che guardo un film di Tartaglia e incrocio gli sguardi (quasi) inespressivi e le movenze accentuate del cast che spesso si tira dietro, penso al teatro. Soprattutto quando ammiro Valeria Mazza, il suo modo di parlare, di rigettare le parole in modo lapidario, mi riprometto sempre di andarla a vedere su un palcoscenico teatrale, nel suo habitat, dove penso che realmente si possa godere della sua capacità scenica. Trama non male che si perde attraverso un cast, a parte la chicca Valeria Mazza e il sempre apprezzabile Maurizio Casagrande, da cine-panettone-scaduto che non riesce a rendere giustizia alla bravura dei già sopra citati compreso lo stesso Tartaglia, che di talento ne ha ma sembra incapace di sfruttarlo, ostinandosi a portare al cinema ciò che in teatro ha le potenzialità di rendere dieci volte di più.
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