Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
In questa commedia, Carlo Verdone interpreta un missionario che, in crisi di vocazione, torna a Roma, per confrontarsi con i suoi cari, e trova la propra famiglia in subbuglio. L'anziano padre, infatti, è convolato a nozze con la badante, ed i fratelli chiedono l'aiuto del protagonista per far fronte comune contro la nuova familiare, la quale però muore improvvisamente, lasciando in eredità beni economici e ruolo di parente alla figlia Lara, una giovane dal carattere complesso, e dai "mille volti", ma con una finalità ben chiara. Poter contare su una vera famiglia, per ottenere l'affido del figlioletto. Il film basa i suoi aspetti positivi sulla caratterizzazione, recitazione ed interazione dei personaggi, Verdone per primo, nei panni di un religioso, ruolo che interpreta senza cadere nella tentazione di far ridere con stereotipi e macchiette. Gradevoli ma non eccezionali i ruoli sostenuti da M.Giallini e A.Bonaiuto, fratelli nevrotici ed egoisti del missionario. Un po' in difficoltà anche Laura Chiatti. La regìa le riserva infatti un ruolo estremamente complesso, di persona apparentemente inaffidabile, in bilico tra trasgressione e buoni propositi; tra spontaneità e forte attenzione ai propri scopi. La vicenda è assai complessa, forse troppo; la conclusione scontata. La storia è ambientata in un contesto di piccola borghesìa dei nostri tempi, nel quale contano le apparenze ed i soldi, più dei legami affettivi. Su questo Verdone vorrebbe far sorridere e riflettere. Nel primo intento, in parte, riesce, anche grazie ad un consueto ed arguto - per il suo cinema - studio di fenomeni del momento (le ragazze "Emo"); nel secondo certamente meno, perchè la vicenda ha un sapore di eccessiva "artificiosità" per risultare plausibile.
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