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The Last Station

Regia di Michael Hoffman vedi scheda film

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La recensione su The Last Station

di supadany
6 stelle

VOTO : 6+.
Diciamo subito che vista la levatura del personaggio al centro delle vicende narrate (Lev Tolstoj), ma anche del cast, con quattro nomi di prima fascia (e che infatti offrono un contributo considerevole alla causa), era lecito attendersi qualcosa di migliore.

Certo è anche vero che Michael Hoffman è si un onesto regista, ma non un fine narratore di grande storie, per cui qualche dubbio ci poteva essere anche alla vigilia.

Valentin (James McAvoy) è inviato da Chertkov (Paul Giamatti) alla dimora di Tolstoj come suo nuovo segretario.

Quando arriva nella sua dimora conosce presto la comunità che gli ruota attorno fedele (ed un po’ approfittatrice) al suo credo, ma soprattutto assiste agli scontri tra lo scrittore russo (Christopher Plummer) e sua moglie Sofia (Helen Mirren) che vertono soprattutto sull’eredità che l’uomo, sotto la spinta del fidato Chertkov, vorrebbe lasciare in eredità al popolo russo e non alla sua famiglia.

E nel frattempo le condizioni di salute di Tolstoj si aggravano.

Lavoro onesto e tutto sommato godibile quello proposto da Michael Hoffman, certo che vista la storia, ricca di personaggi, sfumature, “duelli” e sentimento, lascia anche la sensazione che si sarebbe dovuto far molto meglio.

La confezione è infatti elegante e curata (a parte le musiche che ogni tanto risultano essere un po’ invadenti), ma anche un po’ troppo patinata per poter convincere del tutto, mentre la storia alterna momenti leggeri ad altri più turbolenti, ma finisce col non sembrare troppo coesa (e nemmeno ampliata in maniera del tutto soddisfacente) per quanto spesso i confronti tra Helen Mirren e Christopher Plummer siano assolutamente di buon livello (schermaglie divertenti e divertite, ma anche drammatiche, dove le attitudini attoriale dei due interpreti emergono limpidamente) e l’ambiente del tempo sia ricreato piuttosto bene.  

Visione che procede senza tanti patemi e con un parziale coinvolgimento fino alla parte conclusiva che si lega direttamente al titolo, e qui si poteva fare molto di più (più pathos ed epicità) sia nel frangente in se, sia nel legarlo al resto della storia, anche perché il finale avrebbe dovuto essere molto più potente.

Complessivamente rimane comunque un film godibile soprattutto per gli attori e per alcune scene ben fatte, ma Tolstoj si meritava senza dubbio alcuno molto di più.

Su Michael Hoffman

VOTO : 6+.
Regia onesta e composta, ma gli manca sempre il guizzo e il talento per permettere al suo film di risultare completamente riuscito.

Su James McAvoy

VOTO : 6++.
Sempre molto voglioso di mettersi in luce.
Qui non sfigura affatto, ma il personaggio non è poi così interessante, per quanto lui ci metta parecchio del suo nel tratteggio umano.

Su Christopher Plummer

VOTO : 6++.
Regala alcuni colpi di gran classe, ma ogni tanto accusa anche un copione non sempre brillante che lo costringe ad annaspare.

Su Helen Mirren

VOTO : 7.
Altra interpretazione da applausi, sia quando si ritrova a fare la guastafeste, sia quando deve subire il dramma degli eventi.

Su Paul Giamatti

VOTO : 6,5.
Bravo a risultare ambiguo, caratteristica che sovente ben gli riesce.

Su Anne-Marie Duff

VOTO : 6.
Non male.

Su Kerry Condon

VOTO : 6+.
Carina e abbastanza spigliata.

Su Patrick Kennedy

VOTO : 6.
Non molto visibile, ma complessivamente sufficiente.

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