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Che saccio

Regia di Camille d'Arcimoles vedi scheda film

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La recensione su Che saccio

di emmepi8
8 stelle

Un back stage,  abbastanza anomalo nel senso che si analizza il rapporto singolare fra regista ed interpreti scelti per due film come Respiro e Mondo Nuovo di Crialese.  Sempre fra interpreti e regista per arrivare al risultato voluto si dovrebbe creare un rapporto stretto, un’arma a doppio taglio che apre le strade della comunicazione, ma quando questo è fatto da professionisti la strada è più spontanea e  naturalmente dosata da ambo le parti, quando gli attori vengono presi dalla strada la comunicazione con il regista diventa viatico giornaliero per costruire quegli stati d’animo ed espressivi che compongono la storia. Qui si vedono due scelte diverse dovute ad idee registiche che si aggrappano su due volti, che possibilmente potrebbero arrivare al risultato voluto. Due ragazzi giovani che hanno vissuto difficoltà di vita diverse, lontano da  mezzi di comunicazioni a noi cari, o almeno non vissuti attraverso quelli in modo costruttivo. Uno che è stato preso in prigione a Palermo, capitato  lì per piccole rapine o sbruffonate, l’altro adolescente di Lampedusa che vive una vita agreste  quasi primitiva, ma tutte e due con un’ intelligenza giacente e mai scoperta per cui il regista ha creato l’aggancio, avendola percepita in via naturale. Si partecipa così alla crescita dei due ragazzi attraverso il lavoro che il cinema propone ed al risveglio da parte dei due giovani della curiosità che il rapporto con il mezzo e, naturalmente, con Crialese stimola in maniera irreversibilmente interessante. Si sente allora la voglia in entrambi di crescere, attraverso una naturale curiosità, che li porta a valutare sé stessi dal prima  al dopo questa loro esperienza; forse per entrambi siamo lontani dalle facili voglie divistiche che un mezzo come questo può far sorgere, ma in loro c’è la curiosità e la voglia di andare oltre i loro limiti di conoscenza e continuare per una strada che li porta  ad un voglia intellettuale, che appena stimolata, sorge con la voglia di crescere, due vere e proprie pietre preziose grezze, che iniziano a risplendere quando  appena si scalfiscono. Certo vedere due ragazzi presi dalla strada ed avere un rapporto costruttivo proprio con il mezzo che può creare le più grandi illusioni, fa riflettere su altri casi, di vite  che si sono scontrate con questo mondo ed hanno perso o bruciato troppo spesso le  ali, rovinandosi la vita e  di  esempi ne è pieno il panorama cinematografico.

Sulla trama

un viaggio attraverso due ragazzi che affrontano ad occhi chiusi una strada sconosciuta

Su Camille d'Arcimoles

ha saputo davvero cogliere il discorso principale e conduttore di questa operazione

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