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Shutter. Ombre dal passato

Regia di Masayuki Ochiai vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shutter. Ombre dal passato

di valerioexist
2 stelle

In un caldo venerdì dell’agosto 2008 nei cinema italiani non uscì nulla. Quasi nulla, tranne “Ombre Dal Passato”, film che qualche sala ha deciso di proiettare giusto perché stavano venendo i funghi sopra Batman e Vanzina. Probabilmente ve lo siete perso e nessuno vi verrà mai a rinfacciare questa lacuna alla quale, mi ci gioco un rene non mio, ovvierà senz’altro il variegatissimo palinsesto di Sky del prossimo semestre.
”Ombre dal passato” è il titolo italiano di un film americano che si svolge in Giappone, fatto da un regista giapponese che l’ha copiato da un film thailandese di quattro anni prima. E da questa miscellanea di culture, da questo rifacimento in salsa nippo-yankee di un film probabilmente orripilante anche in principio, cosa ci si può aspettare se non l’ennesima storia in cui viene riproposta ancora una volta la figura della cinesina-mostro (che magari si muove a scatti e che sbava) in stile “The ring”?
Il protagonista è Pecey (quello che stava a Dawson’s Creek) che si sposa con una bionda bòna (che però non stava a Dawson’s Creek, quella è schiattata nell’ultima puntata che mai ho visto e mai vedrò) e vanno in viaggio di nozze a Tokyo, anzi ci si trasferiscono proprio perché lui trova laggiù un lavoro come fotografo! In Giappone? Fotografo? Da quand’è che il Giappone sente l’esigenza di chiamare i fotografi dall’America? È come se i cinesi venissero qui in Italia ad aprire pizzerie!
Ma ora che ci penso lo fanno.
Durante il viaggio in macchina verso la loro casetta a Tokyo (al quale, mi auguro per loro, abbia preceduto almeno un tratto in aereo) investono la cinese di “the ring”, sbandano, fanno il botto e quando si risvegliano la nippo-mostro non c’è più.
Inutile dire che solo la bionda si era accorta della presenza dell’essere, mentre Pecey (che peraltro è un ciccione) dice “ma sei sicura che ci stava qulla di the ring per strada? No, non è che dico che sei matta, però boh, non mi sembrava, amore mio, ti amo, no non dico che sei matta eh! Certo, io non l’ho vista!”.
Arrivano a casa nuova e non ci pensano più, ma la bionda si sentirà perseguitata dalla cinese. Ogni tanto la vede attraverso i vetri della metro e strilla, poi però Pecey di Dawson’s Creek le dice “ti credo ti credo! …però secondo me ti devi rilassare”.
Finchè poi pure lo stesso Pecey la vede, all’interno della camera oscura dove sviluppava le foto per la rivista per la quale lavorava (una specie di Vanity Fair per musi gialli), è lì la cinese-mostro, che lo fissa mentre le esce uno scarafaggio dall’occhio (ci sarà, alla fine del film, una cosa che spieghi il fatto che le sia uscito uno scarafaggio dall’occhio? Ovviamente no!).
Ora sia Pecey che la moglie hanno visto questa cinese di “The Ring”. Così la bionda va da un’amica giapponese di Pecey (che è uguale a quella che hanno investito, ma ciò è puramente involontario, sono giapponesi) e le chiede “scusa, ma perché quando mi faccio una foto con la macchinetta digitale, dietro si vedono ‘ste macchie bianche?” e la giapponese, per non offenderla dicendole che non è capace, le dice “vai dal ragazzo mio, lo riconosci perché è uguale a me che a mia volta sono uguale alla giapponese/cinese che avete investito che a sua volta è uguale a quella di The Ring, siamo giapponesi”. Un po’ scombussolata dalla confusione asiatica, la moglie di Pecey va da questo ragazzo giapponese esperto di foto nel cui sfondo si vedono le macchie bianche.
Lui le spiega che quelle macchie sono dei fantasmi, abbasta una lente di ingrandimento per vederne il volto e tutto il resto, c’ha una collezione vastissima di queste foto e riesce a riconoscere quelle vere da quelle false. Quelle della ragazza di Pecey sono vere, ed il fantasma è quello della nippo-mostro! Allora è il momento che Pecey spieghi alla novella moglie alcune cose. Pecey le confida che prima ancora di stare con lei e forse prima ancora di stare a Dawson’s Creek, lui era fidanzato con quella di “the ring” (che dal flashback sembra un po’ meno mostro ma comunque un po’ bruttina, poveretta, niente a che vedere col salto di qualità postumo… intendo la bionda, non Dawson’s Creek), solo che poi si sono lasciati ma lei c’è rimasta sotto (quando rimani sotto a Pecey si dice che stai facendo “sollevamento pecey”), ma sotto da morire, gli si accollava di continuo e lui non ce la faceva più, e pure mo che è morta continua ad accollarsi sotto forma di nippo-mostro (che già era da prima di venire investita). La bionda accetta con sportività la cosa ma il fatto che sia fica fa sì che non subentri gelosia retroattiva né che il suo orgoglio di ragazza fregna americana da film horror venga minimamente intaccato.
Dopo un po’ muoiono in maniera atroce i due amici bamboccioni di Pecey. Il primo a schiattare è il fotografo viscido e pariolino occidentale che si scopa le asiatiche che gli fanno da modelle (mi pare che morisse trafitto dalla sua macchina fotografica, o un’altra idiozia del genere. Comunque la morte che ogni fotografo professionista sogna, e che quindi auguro ad Oliviero Toscani) mentre l’altro, il ciccione buontempone, lo trovano a casa in mutande ancora vivo ma impazzito e poi si frulla dalla finestra (splat), i palazzi di Tokyo sono altissimi, non hanno pianterreni, crescono in aria, quindi splat!
Cresce il panico, a far morire gli amici di Pecey era stata indubbiamente la cinese mostro di “the ring” che rosicava! I due sposini non stanno più tanto tranquilli e decidono quindi di tornarsene a casoria! Ma prima di fare le valigie scoprono che è inutile andarsene da Tokyo perché la cinese di “the ring” compariva palesemente anche nelle foto che avevano scattato in America quando si erano sposati.
Mentre dormono sentono la presenza della cinese di “the ring” e allora la bionda sbrocca e le inveisce contro dicendo “stai rosicando perché Pecey ha scelto me! Lui non ti amavaa!!” (la sicumera della bionda da cardiopalma che rovina nel rinfaccio ochense. Momenti di basso, bassissimo cinema).
Il film è quasi tutto così, ovviamente non fa paura perché è un film ed è brutto, ma soprattutto… dove sono le “ombre” che il titolo millanta? Sarebbero le chiazze bianche presenti sulle foto? Bah! E poi perché rifarlo ora visto che è un film di quattro anni fa? Era così necessario? Se volevamo potevamo vederci quello originale! E poi che senso ha che si svolgano tutti e due a Tokyo? Siccome non voglio che lo vediate io vi butto là uno spoileruccio definitivo e vi rovino il clamoroso finale (se volete smettete di leggere da qui, ma ve lo sconsiglio perché c’è da divertirsi): dunque, la bionda va a sviluppare altre foto che hanno fatto in quei giorni (loro fanno i fotografi e c’hanno la camera oscura dentro casa ma le foto lei le ha fatte sviluppare al negozio… boh), quando le caccia fuori vede che in ogni foto del salotto ci sta la cinese che fa qualcosa; ho capito che avete la fotocamera digitale, ma perché avete fatto 300 foto solamente al salotto vuoto? Comunque lei le comincia a sfogliare velocemente e vede la cinese muoversi a carponi e poi a piedi verso una specie di ripostiglio (l’animazione delle foto che scorrono velocemente: ottimo escamotage del regista per far sì che anche in questo film il fantasma si muovesse in stop motion come tanto va di moda e come stranamente ancora non mi sembrava che fosse accaduto in questa crosta di film). Così la bionda va in quel medesimo ripostiglio dove trova altre foto (che palle) in cui la povera cinese di “the ring” quando era ancora viva e quando non era ancora quella di “the ring” veniva sbaciucchiata viscidamente dai due amici di Pecey (non Dawson e Co, ma il ciccione suicida e il viscido trafitto). “Spiegami cosa sono queste foto?” grida tutta arrabbiata la bionda, e Pecey le spiega “oh, quella s’accollava, io l’ho fatta ubriacare, e le ho fatto le foto mentre i miei amici la sbaciucchiavano così la potevo lasciare…oh! Quella era matta!” [requiem per la carriera cinematografica di Pecey] “mi devi capire” continua il ciccio Pecey “era pazza era pazza”. Ma la bionda non tollera scuse, capisce così che il fantasma della cinese di “the ring” non voleva farle del male, ma voleva avvertirla che aveva a che fare con… Pecey di Dawson’s Creek! La voleva proteggere!! (vabbè, ho capito, ma allora perché ti manifesti sotto figure scheletrico-ectoplasmatiche sui vetri della metropolitana facendomi venire gli infarti e tentando di spaventare il pubblico solo coll’effettino dolby, ho capito che mi vuoi proteggere, però… però vaffanculo!).
Così lei lo lascia; Pecey si incazza e comincia a fare foto ovunque per tutta la casa dicendo “vieni fuori!” (rivolgendosi a “the ring”) ma in nessuna foto la cinese compare, tranne nella foto che la polaroid scatta cadendo a terra [avete capito? La polaroid per sbaglio cade e fa la foto… e io sto ancora parlando di questo film e voi state ancora leggendo] che ritrae Pecey con la nippo-mostro a cavalcioni su di lui! Ed ecco che si scoprono tante cose, vai coi flashback a raffica: Pecey quando si andava a pesare la bilancia diceva che lui pesava il doppio, ed ecco perché gli faceva sempre male il collo… santo cielo! È stato abbastanza umiliante vedere tutto questo! Ma poi perché rifanno i film giapponese per farli svolgere comunque in Giappone? Lui poi, non so perché, si da una scarica elettrica sul collo (forse per far fuori il fantasma della cinese) e finisce in manicomio, ma la cinese di “the ring” rimarrà per sempre sopra di lui a cavalcioni.
Ora è Pecey quello che ci sta sotto. Della bionda niente più notizie.
Voto: 2

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