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Boogeyman 2. Il ritorno dell'uomo nero

Regia di Jeff Betancourt vedi scheda film

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La recensione su Boogeyman 2. Il ritorno dell'uomo nero

di amandagriss
6 stelle

Prodotto, come il primo capitolo, dalla Ghost House di Sam Raimi, in questa seconda puntata il leggendario Uomo Nero, colui che vive nel buio e si nutre di esso, rappresentazione/incarnazione ‘semplificata’ delle ancestrali paure dell'essere umano, abbandona la sua inconsistente astratta aura spettrale per ‘vestirsi’ di carne ed ossa, farsi presenza più che concreta ed andarsene in giro per un mondo soffocato e trafitto dai suoi tragici fantasmi a seminare morte. Questa è la volta di un gruppo di adolescenti difficili (!), afflitti da varie e gravi forme di fobie (autodistruttive) tali da impedire loro una vita normale, e per siffatto motivo rinchiusi tra le quattro fatiscenti mura di una clinica psichiatrica piuttosto fuori mano e sottoposti ad una speciale terapia di gruppo. Horror d'impianto tradizionale il cui pregio fondamentale risiede nel prendere le dovute distanze dalla tendenza -all’epoca imperante anche se in vertiginoso declino (siamo nel 2007)- di sfornare prodotti di paura incentrati sul soprannaturale, sul cosiddetto orrore ‘astratto’ caratteristico della filmografia e cultura d’oriente (si veda lo stesso primo episodio che, però, sul finale tradisce la sua natura yankee proponendoci uno dei più brutti mostri partoriti dall’era digitalizzata, da far concorrenza ai fantocci vampiri del pur sempre notevole Io sono leggenda). Boogeyman 2 preferisce il ‘gore and splatter’ occidentali, l'orrore che passa per il sangue e l'agonia della carne ad opera di reali, sorprendentemente esperte, mani assassine. Pellicola cinefila e derivativa, che scavalcando i dominanti modelli contemporanei, in termini di estetica e contenuto, guarda direttamente al passato, al new horror che il genere pare nuovamente ripescare (e rimaneggiare) dopo anni di forzato oblìo: ambienti isolati, sinistri e cupi, creativa efferatezza nelle esecuzioni, la ben tornata formula del 'body count' (conta dei cadaveri) tipica proprio dello slasher targato '80. Ispirandosi, in particolare, al cult Nightmare 3I guerrieri del sogno, in cui si narrano le dilaniate traversìe di un gruppo di adolescenti problematici ricoverati in una clinica specializzata nei disturbi del sonno, i quali scoprono di avere come comune denominatore dei loro incubi il già buffone di corte Freddy-mani di rasoio-Krueger: periranno uno dopo l'altro nei modi più fantasiosi e spettacolari, in assoluta coerenza con le loro peculiari personalità. Boogeyman 2 pur se scontato e prevedibile nel suo svolgimento risulta, tuttavia, interessante sotto il profilo psicoanalitico, per l’attenzione rivolta a quelle paure intime profonde mai davvero risolte che spesso divengono fedeli compagne di vita, a quei traumi infantili che possono condizionare in modo patologico il vissuto in età adulta, riversati all'esterno sottoforma di personalissimi mostri/babau. Non proprio eccelso, invece, da un punto di vista strettamente cinematografico: regia piuttosto piatta che però riesce ugualmente a tessere una certa tensione fino alla fine, pochi guizzi, come la bella scena d’amore tra due dei ragazzi in terapia, consumata in parallelo (montaggio alternato) al ributtante decesso in corso di un’altra giovane triste e già appassita creatura. E, naturalmente, i buoni momenti di lucida folle macelleria. Da recuperare.

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