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Madagascar 2

Regia di Eric Darnell, Tom McGrath vedi scheda film

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La recensione su Madagascar 2

di mc 5
8 stelle


Ore 22,40 di un non precisato giorno compreso nell'arco del periodo delle festività natalizie. Luogo dell'evento:"Sala 1" di una non precisata multisala di una non precisata città del centro-nord. Il sottoscritto si sta guardando intorno, dopo essere stato letteralmente travolto da un'orda festosa di ragazzini in uscita dalla proiezione precedente. Il colpo d'occhio testimonia la presenza quasi esclusiva di adulti in una sala che si è molto velocemente riempita di nuovo, lasciando posti vuoti che si contano sulle dita di una mano. Il motivo della scarsa presenza di bambini è ovviamente dato dall'orario, trattandosi dell'ultima proiezione serale. Ebbene, io sono estremamente compiaciuto all'idea che centinaia di adulti siano inclini a divertirsi con un cartone animato destinato prevalentemente ai bambini. E qui accennerò solo in un flash (perchè l'argomento ha forse inflazionato con troppi discorsi) al tema ormai banale e superato delle differenze tra prodotti Dreamworks e prodotti Pixar. Ormai è fuori luogo qualsiasi tentativo di comparazione, poichè se da una parte le due "case" continuano a contendersi una larga fetta di pubblico infantile, dall'altra risultano sempre più evidenti i diversi stili e le differenti direzioni artistiche intraprese. Come ho avuto modo di osservare in sede di recensione di "Wall-E", per la Pixar si può parlare di Poesia, di Arte Alta, di capolavoro intellettuale, mentre per la Dreamworks meglio parlare di vette di eccellenza nell'intrattenimento popolare. Questo in un'ottica attinente lo spessore artistico, anche se ho l'impressione che, da un punto di vista tecnico, la Dreamworks stia rincorrendo a grandi passi la Disney la quale (se non vado errato) ha per prima utilizzato quel "3D" che sarà però già presente anche in tutti i prossimi cartoons targati Dreamworks. E da questa competizione tecnologica sarà il pubblico a guadagnarci, raggiunto da prodotti sempre più stupefacenti sul piano della resa visiva. Accennavo prima al "pubblico adulto": ecco, rispetto al pubblico adulto di "Wall-E", quello di questo film ha una composizione più "popolare", nel senso che è forse meno esigente, ma è anche vero che un certo tipo di spettacolo popolare, quando è ben fatto e di alta qualità tecnologica, funziona sempre con ogni tipo di spettatore, sia quello popolare sia anche quello più selettivo. Credo infatti che nessun intellettuale storcerà la bocca di fronte al primo posto conclamato di questo film al box office, perchè la pellicola tocca vette di divertimento popolare tali da zittire qualunque obiezione. Io non credo esista essere umano che osi innalzare barriere critiche di fronte a questa ondata di allegria, di gag, di battute, di immagini concilianti; siamo in presenza di un fiume in piena di simpatia che travolge ogni resistenza intellettuale, rompe ogni argine ed invade i cuori bambini e le menti adulte, neutralizzando ogni possibile spirito critico. Attenzione: riempire le multisale a Natale con prodotti preconfezionati per le famiglie, ed avendo a disposizione grossi budget, non sembra esser così difficile, basta andare sul sicuro. Ma dando per scontato il concetto appena enunciato, il problema diventa catturare l'attenzione (cioè il cuore ed il sorriso) del pubblico nel modo più dignitoso possibile, senza valicare i limiti del buon gusto e facendo ricorso ad una simpatia che non si confonda mai con la cialtroneria. Ecco, se rileggete le parole che ho appena scritto, vi troverete delineato ciò che distingue "Madagascar 2" dai cinepanettoni con Boldi e/o De Sica. Ciò detto, resta chiaro che termini come "simpatia" e "cialtroneria" assumono per ognuno di noi valori e significati diversi. Esempio: a me i pinguini di "Madagascar" fanno morire dalle risate mentre i Fichi d'India mi lasciano basito dalla vergogna. De gustibus. Sul film nello specifico ho ben poco da dire, se non che il suo umorismo funziona, le situazioni sono divertenti, il ritmo non annoia, i personaggi sono indovinati (occhio a una terribile vecchietta le cui mosse e il cui linguaggio sono davvero irresistibili). Uno si gusta le gag riuscitissime, i momenti romantici, le fastose scene corali, e pensa: "che bravo chi ha scritto tutto questo!"...beh, se uno va a cercare chi ne è lo sceneggiatore possiamo dire che i conti tornano: si tratta del genio di Etan Cohen, che già ci aveva deliziato con quel "cult" di umorismo graffiante che era "Tropic thunder". La sensazione che questo film ci assalirà con la sua allegria la si avverte ancor prima dei titoli di testa, appena si sono spente le luci in sala, quando il bambino che sta pescando (che rappresenta il "logo" della Dreamworks") viene sequestrato ed eliminato dalla banda dei pinguini. Ecco, lì si comincia a ridere e poi non ci si ferma più fino alla fine. Unica annotazione, che non è un difetto ma solo una segnalazione: nel film sono presenti alcune battute al vetriolo riferite a situazioni prettamente americane che noi europei evidentemente non riusciamo a cogliere, tipo le frecciatine riservate agli abitanti di New York e a certe loro presunte caratteristiche peculiari. Le tipologie animali "umanizzate" presenti nel film sono talmente tante e travolgenti che non è il caso qui di enumerarle tutte, bisogna scoprirle andando al cinema...Ma quando tu vedi il "Re Julien" che crede di fischiare e in realtà sputa, o quando i pinguini usano frasi e modi da militari in missione, o ancora quando un ippopotamo con gli ormoni impazziti fa la corte a una ippopotamina...come fai a resistere?! Impossibile! Aspettando "Madagascar 3".
Voto: 9/10

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