Regia di Uwe Boll vedi scheda film
Si sente aroma di Troma, gusto forte dell’eccesso, irriverenza un tanto al chilo, nell’ultimo capolavoro di Uwe Boll, mirabile regista di altre pietre miliari militari, stile sparatutto, come House of the Dead e Alone in the Dark. Roba da salagiochi, insomma. L’ispirazione è (appunto) un gioco di dieci anni fa, replicato nel 2003, in cui vinceva chi ammazzava di più qualsiasi cosa si muovesse, e di cui adesso è attesa (wow!) la terza parte. La trama non c’è, inutile cercarla. Succede tutto per caso, l’importante è farsi notare. Tra l’altro vedrete: aerei sulle torri Gemelle, parodie di Bin Laden (ma meno comiche di quelle delle Iene Luca e Paolo), nani molesti, scimmie moleste, bambini crivellati, anarchici versus nazisti, tirolesi morti ammazzati, cattivi tenenti. Ancora: un gatto bianco usato come silenziatore, pezzi di donna cicciona che piovono dal cielo. E sangue, piombo e furore. Ma anche satira politica, nichilismo a buon mercato, con Bush e Osama che alla fine vanno via a braccetto mentre il mondo finisce. L’espressione going postal, fanno sapere le note di produzione, in slang americano significa uscire dai gangheri, diventando violenti. Il rischio è che sia il sentimento anche dello spettatore.
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