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Una lama nel buio

Regia di Robert Benton vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Una lama nel buio

di Ted_Bundy1979
6 stelle

Già dai bei titoli di testa con una luna blu e il tema della colonna sonora di John Kanter(e non so se mi spiego)in prestito dai suoi enormi successi a Broadway, viene sugellato quello che sarà il tono ombroso, stilisticolamente autunnale, malinconico e crepuscolare(stupendamente fotografato da nientemeno che Nestor Almendros), di questo bel thriller neoclassico, ma con più che spurii accenni di manniane sequenze notturne(e difatti le scenografie sono di Mel Bourne), come quella ammirevole a Central Park, oltre ancora a suggestioni friedkiniano-newyorkesi(infatti il montaggio è di Bill Pankow e "Jerry" Gerald B  Greenberg, e il ladro d'auto che scoprirà in una macchina il cadavere di Josef Sommer/George Bynum, è impersonato dall'ex poliziotto N.Y.P.D., Randy Jurgenson).

Ben diretto, con la consueta eleganza e alta confezione per professionalità, da Robert Benton, addirittura facendo suoi degli influssi piuttosto evidenti del cinema di genere italiano anni '60-'70, che non ti aspetteresti da un regista dagli interessi pregressi apparenti quali quelli di Benton.

 Ad esempio nella riuscita sequenza onirica dalle luci e ombre notturne a "taglio" di Bynum, con bambina bianco fantasmatica e peluche dall'occhio guercio e sanguinante, evidente citazione del Mario Bava di "Operazione Paura".

Oltre che sequenze come quella dentro la macchina del dottor Sam Rice/Roy Scheider, e fuori dalla casa sulla scogliera al buio della notte, come lo stesso intero finale, che ricordano da vicino certi film di Argento.

Anzi, più di uno lo ha accostato essendo uscito forse prima almeno negli Stati Uniti, a certe analogie presenti nel comunque ben diverso, "Tenebre".

Ottimi sia Roy Scheider in un ruolo che poteva essere anche come professione già di "maniera", ma reso con credibilità e umanità, che troppo spesso mancano in film e caratteri del genere, fatti oggi. E naturalmente Meryl Streep/Brooke Reynolds, che con la sua consueta ansiosità e apparente, contraddittoria dolcezza e fragilità, è molto adatta per il ruolo della bionda e nordica bellezza da noir, forse bisognosa di protezione e salvamento, forse no anzi pericolosa e assassina, sempre sul filo di una ambiguità che inquieta.

Eccellente e da rimarcare sempre il caratterista Joe Grifasi, nella parte dello sfigatissimo detective della omicidi Joseph Vitucci, dalla mala sorte proprio per la sua buona intuizione.

La canadese Sarah Botsford, la più bella attrice del film, è in ombra e si nota forse poco se non agli occhi dei cultori di attrici meno note, ma sarà poi cruciale nella parte della bonissima Gail Phillips curatrice da Christie's, in quella che è una soluzione al giallo forse poco credibile e meccanicistica, o forse anche troppo semplice, come spesso è la stessa realtà. 

Jessica Tandy con poco ma denso di sensibilità metraggio sullo schermo nella parte della madre anch'essa psichiatra, del protagonista, e ancora prima della sua poi grande notorietà senile.

Più di un omaggio e una aspirazione, sentita e deferente, a Hitchcock e a certi suoi topoi di personaggi, ambienti, vezzi, dettagli, "ossessioni''.

Lo scrivo alla fine perché talmente scontato che ne hanno parlato da sempre tutti a riguardo, fin dalla sua uscita nei cinema nel 1982.

Ottimo doppiaggio forse della Sinc di Mimmo Palmara, con le inusuali ma eccellenti voci di Natalino Libralesso"Stefano Carraro" per il Dottor Sam Rice di Roy Scheider, Eva Ricca per Meryl Streep/Brooke Reynolds, e Vittorio Battarra per Joe Grifasi/Joseph Vitucci.

 

Ted_Bundy1979

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