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Iron Man

Regia di Jon Favreau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Iron Man

di obyone
7 stelle

 

Robert Downey jr.

Iron Man (2008): Robert Downey jr.

 

"Iron Man sicuramente ti piacerà di più". Così ha scritto il nostro @CineNihilist in calce alla mia di "Captain Marvel". "Iron Man" mi è piaciuto di più ma ho comunque pensato di lasciare mio figlio a guardarlo da solo. La prima parte, in cui Jon Favreau racconta il milionario industriale Tony Stark, è un'insopportabile elogio al successo americano. Una parte in cui siamo in balia di un "self made man" pieno di sé, superficiale e arrogante che colleziona donne, macchine e qualsiasi altra cosa che riveli il suo stato di uomo di successo. 

La stessa sensazione di assistere al reato di "apologia del successo americano" l'avevo già fiutata dieci anni fa quando lo vidi la prima volta e così come allora, da buon recidivo, gli ho dato la chance di arrivare alla fine, un po' per abitudine, un po' per rivedere Stark con gli occhi nuovi di chi nel frattempo ha conosciuto i costumi libertini del padre Howard, sciupafemmine seriale attratto dalle dive, dalle sbronze e dalla bella vita, molto più ironico e divertente del figlio. 

Quando però Tony, durante la prigionia, attiva i neuroni e mette a tacere il proprio io vi è un cambio di tendenza che, se non riesce a rendere più divertente la narrazione, riesce a smantellare la vanesia rappresentazione dell'uomo d'affari senza scrupoli. Le ferite del corpo guariscono quelle dello spirito e Stark si trasforma in paladino dell'umanità rigettando, almeno in parte, ciò che era stato ovvero un amorale produttore di armi da guerra ed un solitario egoista.

Il resto è ciò che è: la nascita di un eroe di metallo, a metà strada tra Batman e Superman, l'amicizia tradita dall'insaziabile avidità umana, la rivincita delle buone intenzioni e dei valori morali più elevati a discapito del più bieco capitalismo economico. Dunque Favreau prima esalta il modello americano e poi lo ridimensiona quel tanto che basta per far si che l'America sia meno splendida di quello che è ovvero un produttore spietato che vende armi in tutto il globo alimentando guerre e devastazioni, rimpolpando attraverso le stesse i gonfi conti caraibici di industriali quali Stark. 

"Iron Man" si esalta nelle sequenze d'azione, produce la massima tensione in un'opificio improvvisato e si conclude "ad maiorem Stark gloriam" glorificando un'intelligenza superiore, finalmente convertita al bene dell'umanità, e punzecchiando uno spavaldo bambinone egocentrico e capriccioso che non riuscirebbe ad allacciarsi le scarpe senza la bella ma troppo algida assistente Pepper Potts e senza il fedele e paziente amico Rhodey. 

L'epifania di Stark/Iron Man è la parte più ironica e regala a Fury un nuovo vendicatore per la sua "collezione" di eroi. 

 

Disney+

 

 

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