Regia di Stefen Fangmeier vedi scheda film
Dopo i trionfi planetari della trilogia del Signore degli Anelli, di Harry Potter e delle Cronache di Narnia, a Hollywood si cavalca la rinascita del fantasy portando sullo schermo il primo libro del giovanissimo scrittore americano Christopher Paolini (classe 1983), ambientato nell'immaginario regno di Alagaesi, ex isola felice di cavalieri e draghi e ora regno del terrore a causa della brama di potere del perfido Galbatorix (un John Malkovich sempre più caricatura di se stesso). Gli ingredienti sono quelli classici del genere - lotta tra bene e male, mostri ributtanti e creature angeliche, stregonerie, eroi inconsapevoli che si assumeranno le loro responsabilità - piallati però da una banalità senza pari. Il protagonista, Eragon, sembra un giocatore scemotto di football uscito da un college movie anni '80; lo stregone a capo dell'esercito dei cattivi - un irriconoscibile Robert Carlyle - è pettinato come la star del metal Ozzy Osbourne; l'eroico Jeremy Irons si guarda attorno inebetito pensando di recitare Shakespeare. Dulcis in fundo: l'unico personaggio degno, il drago Sefira, in originale con la voce di Rachel Weisz, è doppiato da Ilaria D'Amico, reginetta dei salotti calcistici della domenica pomeriggio. Il senso di straniamento è forte anche per la disperante paura di un sequel.
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