Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Rielaborazione in salsa americana di Infernal Affairs (uno dei migliori polizieschi usciti dal 2000 ad oggi). Bisogna sicuramente rendere atto a Scorsese di non essersi limitato a svolgere il compitino, ma di aver davvero infuso la propria essenza nell'operazione, il problema è che il confronto con l'implacabilità marmorea dell'originale (che aveva sapori quasi da tragedia classica) è impietoso verso questa rilettura: è tutto più caciarone e "tagliato grosso", le dinamiche sono sempre quelle di Quei bravi ragazzi (piacevoli ma fin troppo risapute) ed il dinamismo esasperato, per quanto magistralmente gestito, risulta perdente di fronte al dolore claustrofobico del film di Lau e Mak. Il vero problema però, in comune con altre opere tardive del regista, è l'ipertrofia: viene gonfiato a dismisura il personaggio del boss (interpretato da un Nicholson fastidiosamente gigione) e l'inserimento della psichiatra, con annessa storia d'amore, appare forzato (e crea un collegamento fra i due protagonisti gratuito e davvero poco credibile), con il risultato di una mezz'ora abbondante di troppo (mentre Infernal Affairs rimaneva nell'ora e mezza). È certamente un remake di gran lunga superiore alla caterva di altri anonimi che vengono sfornati da Hollywood in continuazione, ma non lo metterei fra i risultati più memorabili del regista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta