Regia di Oliver Stone vedi scheda film
E' un Oliver Stone meno profondo del solito, più interessato a sottolineare l'orrore vissuto da alcuni sopravvissuti che a cercare di lavorare su un piano che vada al cuore della questione. La confezione è ottima, così come la ricostruzione catastrofica dell'evento e il realismo delle immagini (assai crude, con ferite in bella vista e divise sporcate dal sangue). L'orrore viene proposto dall'ottica di alcuni poliziotti penetrati nel luogo dell'incidente per portare soccorso ai superstiti. Il crollo della torre, le fiamme, le macerie e i tentativi di sopravvivere schiacciati a sei metri di profondità tengono banco unitamente alla claustrofobia che diviene la vera protagonista del film. La parte finale è tremendamente retorica (verrebbe da dire propagandistica), tutta all'insegna dell'eroismo americano, della capacità di risposta offerta dai Marines e dei soccorritori, ma anche della presenza di Gesù che si palesa alla vittime (!?). Non vi è alcun riferimento al terrorismo, alle falle del sistema e alle stranezze che hanno accompagnato l'attacco. Tutto viene proposto alla stregua di un film catastrofico in cui ci si opera per ridurre le conseguenze del dramma. Nicholas Cage è granitico come al solito, meglio Michael Pena (il Ponciarello del film Chips).
Alla fine resta un buon prodotto sul versante tecnico, ma poco approfondito sul resto specie se si considera che è stato realizzato cinque anni dopo l'evento. Stone ha fatto molto, ma molto, di meglio.
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