Regia di Scott Kalvert vedi scheda film
Kalvert, il regista, vuole giocare a Scorsese e finisce con imbastire un mielenso film di bande contro bande che non sa aspirare al ritratto epico dei personaggi e delle storie, come di solito se ne ha almeno una parvenza anche nei film meno riusciti (vedi l’american gangster di Ridley Scott). Fin dall’incipit vediamo una pioggia di piagnistei che vorrebbero dare un’aurea tragica all’intera pellicola, rimarcata dalla reiterazione di questo incipit nel finale, ma che in realtà irrita e già preannuncia l’incostistenza di tutto il progetto. A salvare il film non concorrono nemmeno gli attori. Stephen Dorff fa quello che può, ma purtroppo gli fa eco un’imbolsito Brad Renfro patetico e senza coglioni, e un simil-brandoniano Matt Dillon sprecatissimo, così come un inutile James Franco che viene messo lì a fare il poster. Il film merita giusto per le due scazzottate centrali nella narrazione, ma nulla più. La regia è televisiva e i dialoghi sono imbruttiti dalla scarsa prova degli attori che probabilmente hanno capito subito di finire il film alla svelta e indolore.
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