Regia di Steve "Spaz" Williams vedi scheda film
Modesta opera targata Disney che, claudicante già di suo, ebbe la sfortuna aggiunta di vedere la luce poco dopo l'ottimo “Madagascar”, un film con il quale presenta analogie talmente marcate da spingere i più intransigenti a parlare di plagio. VOTO: 3
Uscito appena undici mesi dopo del celebratissimo “Madagascar”, “Uno zoo in fuga” (“The Wild” nell'originale) segnò probabilmente il punto più basso dell'allora già ultraottuagenaria storia degli Studio Disney. Difficile francamente spiegarsi le ragioni di tale tremendo passo falso per una Major che fino ad allora era riuscita a mentenersi su livelli di assoluto decoro anche con i lavori meno fortunati, e che solo poco settimane più tardi avrebbe licenziato ad esempio un gioiellino del calibro di “Cars”. Regista di “Uno zoo in fuga” è Steve 'Spaz' Williams, noto a Hollywood sia come geniale mago degli effetti speciali sia -in termini meno positivi- come testa calda sempre mal disposta verso il gioco di squadra. E purtroppo per lui l'insuccesso di questa sua opera prima segnerà anche la precoce fine di tale incipiente carriera da regista di cinema. Entrando nel dettaglio, il film è secondo me ragionevolmente ben realizzato da un punto di vista dei disegni e dell'animazione, sebbene comunque non ai livelli delle migliori opere del periodo, ma risulta inesorabilmente zavorrato da una sceneggiatura del tutto priva di originalità, stracolma di banalità e luoghi comuni e riassumibile -volendo essere davvero cattivi- in un “Finding Nemo meets Madagascar”, tante sono le analogie con quei due film. Qualcuno all'epoca arrivò addirittura a parlare di plagio, ma personalmente preferisco pensare a una sfortunata casualità, anche perché sarebbe davvero da mentecatti plagiare un film appena uscito nonché successo planetario di pubblico e di critica. Il risultato miserrimo però resta. E neanche al botteghino le cose andarono benissimo, con 'appena' 100 milioni di incasso, contro -ad esempio- i 460 milioni fatti registrare da “Cars” e i 560 milioni del già citato dirimpettaio Dreamworks “Madagascar”.
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