Regia di Mark Waters vedi scheda film
Privo di fascino, e sarebbe pure il minimo. Se solo fosse vero è sprovvisto di creatività, originalità, freschezza. La commediola è stinta e banalotta, nonché talora irritante. Perché questo passo falso nelle carriere del pur valente Mark Waters (Mean Girls l’hanno capito in pochi: era una commedia perfida e cattiva), di Reese Witherspoon (che ha pur sempre vinto un Oscar, per quanto discutibile il resto del suo percorso artistico) e del bravissimo Mark Ruffalo? Serviti da un copione senza arte né parte, che ricicla vecchi schemi ammassando commedia rosa e fantasy, dramma e melò, gli attori recitano con la ridotta senza mai prendere la giusta marcia. Waters si limita a dirigere il traffico senza farsi troppe domande. Il difetto sta nella sceneggiatura mielosa e tremendamente buonista, che riesuma da chissà quale limbo dantesco un’anima in preda a pene amorose ed esistenziali, fantasma afflitto e al contempo spensierato. Si rifà ad un romanzetto neanche troppo orrendo ma passabile, che poco ha a che fare con questa melassa scontata. Mancano i tre ingredienti necessari per creare un film di tale genere che aspira almeno alla decenza: ironia, ritmo, un po’ di sana cattiveria. Che barba. Però c’è una scena carina: quando Ruffalo è costretto dalla Witherspoon ad intervenire su un uomo svenuto. Guizzo piacevole. L’unico.
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