Regia di John Boulting vedi scheda film
Un ragazzo di buona famiglia vuole fare l’operaio per capire cosa si prova a essere di bassa estrazione sociale. Assunto, è immediatamente scoperto dai colleghi; viene emarginato e, suo malgrado, diventa un simbolo della protesta contro i padroni, inimicandosi anche la sua stessa classe.
Ian Carmichael, Peter Sellers e Terry-Thomas: un trio strepitoso in questa pellicola, e il primo – per quanto sia indubbiamente il meno noto dei tre – con la sua recitazione in levare e il suo personaggio lunare conduce le danze. Il problema fondamentale di Nudi alla meta (titolo piuttosto pretestuoso, dato che l’originale è It’s all right Jack, dal titolo della canzone-tema portante del film) è però la storia insipida, che tenta di ironizzare sui conflitti di classe nell’Inghilterra di fine anni Cinquanta, andando a vuoto fra battutine inoffensive e approfondimenti critici pressoché nulli. D’accordo: è ‘solo’ una commedia, ma gli argomenti sono ben definiti – e tuttavia poco approfonditi, come se agli autori premesse più la risata di qualsiasi altra cosa – nella sceneggiatura di Frank Harvey e John Boulting (che è anche il regista) tratta da un racconto di Alan Hackney (e con un suo contributo al copione). Il terzetto di cui in incipit vale comunque il prezzo del biglietto, al di là della trama stiracchiata e delle complesse tematiche appena sfiorate; al loro fianco sfilano inoltre comprimari del calibro di Richard Attenborough e Margareth Rutherford. Boulting confeziona un prodotto assolutamente dignitoso, dimostrando la sua discreta esperienza in materia di commedie, proveniendo fra l’altro da Lucky Jim (1957) e soprattutto da Operazione fifa (1956), che era una sorta di prequel di questo Nudi alla meta, entrambi con l’accoppiata Carmichael-Thomas. 4,5/10.
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