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Danny the Dog

Regia di Louis Leterrier vedi scheda film

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La recensione su Danny the Dog

di scandoniano
8 stelle

Bart (Bob Hoskyns) è un boss che gira per i suoi loschi traffici in completo bianco e Mercedes bianca. Ma ha un’anima nera; da quando, difatti, ha raccolto dalla strada il piccolo Danny, lo ha addestrato come un cane da combattimento, facendolo diventare un’arma letale. Quando a Danny (Jet Li) capiterà un’occasione di redenzione dalla vita di killer professionista, aiutato da un cieco (Morgan Freeman) e dalla sua dolce nipotina, questi capirà quanto è difficile ritornare a vivere una “vita normale”. Scritto da Besson e diretto dal semi-esordiente Louis Leterrier, questo “Dany the dog” è un insolito film francese, in cui si fondono le arti marziali dello strepitoso Jet Li, una violenza copiosa che nasconde profonde riflessioni ideali e tantissime incongruenze pratiche. Un esempio su tutti: il processo di socializzazione a cui è sottoposto Danny, iniziato a 4 anni, è troppo tardivo per portarlo ad uno status mentale talmente inebetito e “animalesco”; ma non occorre essere un sociologo per capire che “Danny the dog” vive su numerosissime forzature: tecniche, registiche e di scrittura. Nonostante il manicheismo, il moralismo e numerosi altri “ismi” in cui il film sguazza, quest’ultimo è comunque da considerarsi un buon esempio di film d’azione e sentimento, con una trama scorrevole e le due parentesi entro cui è contenuto, ossia incipit e finale, davvero notevoli.

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