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Dèmoni

Regia di Lamberto Bava vedi scheda film

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La recensione su Dèmoni

di Mr Rossi
1 stelle

Più che da un figlio d'arte dell' horror nostrano sembra girato da un regista di spot e videoclip con poche idee ma confuse e ancor meno mezzi. Per la serie: Certi orrori di film horror lasciamoli fare agli americani.

 

   Tipico orrore di film horror Made in Italy nei dimenticabili anni ottanta del secolo scorso, oggi spacciato per stra-cult-pulp dai soliti quattro falsi cinefili della tastiera e della bancarella dell' usato, che vogliono mandare chi non l’ ha mai visto a vedere questo e altre schifezze di film tanto per fare un dispetto al prossimo dietro l' anonimato di una figurina e di un nickname. Trama ambientata di notte in un cinema tedesco con qualche spunto originale (si fa per dire) concepita da un regista con poche idee ma confuse e ancora meno mezzi. Più che un figlio ("d’ arte") di un vecchio fu maestro dell’ horror nostrano e degli effetti speciali, questo Lamberto Bava, che come tutti i registi italiani di film d’ imitazione americana si firmava con un nome e cognome inglesi (J. Old Junior o qualcosa del genere, forse anche per il suo vero e più brutto nome) sembra piuttosto un regista di spot e videoclip, poi giustamente finito insieme a degni colleghi come Michele Soavi a dirigere delle fiction televisive fantasy come "Fantaghirò" e simili.

 

   L' origine di questa improvvisa epidemia demoniaca sarebbe una maschera d' argento esposta all' ingresso di quel cinema berlinese che infetta chi si ferisce indossandola, un omaggio del regista al più noto e datato film horror del padre intitolato "La maschera del demonio" del 1960). Livello attoriale da comparse di telefilm, ballerini e stuntman del Drive-In televisivo, a parte una allora giovane attrice coprotagonista di alcune commedie di e con Verdone, che probabilmente dopo questa sua prima e unica esperienza horror sarà corsa a cercare quel regista e comico romano. Tra i personaggi secondari del film più involontariamente ridicoli spicca un demone tamarro truccato alla Terminator con tanto di vernice argento su parte della faccia. Quando agli effetti (poco) speciali siamo al di sotto di un qualsiasi horror-trash americano contemporaneo al film e persino inferiore a quelli degli anni sessanta, a parte un orrendo trucco dei demoni fatto con il cerone azzurro, lenti a contatto fosforescenti, vene dipinte sul viso, lunghe unghie di plastica e delle protesi dentali da belve feroci con la finta bava bianca dei cani rabbiosi.

 

    Se certi film horror di imitazione a basso costo avevano dei guizzi di fantasia in mezzo a molte banalità straviste, in questo film horror italiano di idee nuove non se ne vedono. Le ambientazioni buie e claustrofobiche con fuga finale dei pochi sopravvissuti sanno tanto di già visto in altri film drammatici e horror. Anche i meglio realizzati film americani di morti viventi e simili in quel periodo avevano stufato il grosso pubblico da un pezzo, compresi quelli di George Romero, che infatti dopo il suo terzo film di zombi distribuito più o meno nello stesso periodo girò degli horror di tutt' altro genere. Le scene "di paura" sono tutte fintissime e talvolta anche involontariamente tragicomiche, come quella del demone che balza fuori dalla schiena di una contagiata o altri demoni fracassati dalle lentissime pale di un elicottero precipitato nel palazzo del cinema. Ovviamente per un artigiano di Cinecittà come Bava Junior era molto difficile realizzare certe sequenze con due truccatori teatrali ma pare che il padre del regista fu il maestro di Carlo Rambaldi, l' unico effettista speciale italiano premiato più volte con l' Oscar. Altre scene mostrano solo dei particolari ributtanti, tipici di altri pessimi film horror-splatter  tempo fa girati da altri registi italiani d' imitazione commerciale a basso costo, come lo scomparso Lucio Fulci e compagnia brutta, che più che terrorizzare il pubblico disgustavano quelli più sensibili. Film come questo avrebbero dato qualche spunto originale a dei registi americani come Zack Snyder? Ma chissenefrega! Le scene finali ricordano nelle atmosfere e nelle situazioni altre scene di più recenti film e telefilm di apocalittiche pandemie di zombi ma in questo caso girate da un Romero dei poveri che cerca inutilmente di impressionare lo spettatore con quattro soldi, per la serie: "Certi orrori di film horror lasciamoli fare agli americani, che hanno più soldi di noi da buttare".

 

   Nonostante tutto al cinema "Dèmoni" ebbe un discreto successo di pubblico, ovviamente non paragonabile a quello dei peggiori film delle lunghissime serie horror americane di "Nightmare", "Halloween" e "Venerdì 13" ma sufficiente a far uscire nelle sale un seguito ambientato in un condominio, forse più brutto del primo, con un allora giovane sconosciuta Nancy Brilli nel cast di ignoti. Da non confondersi con quel "Dèmoni 3", altro spaghetti-horror di serie Z che in comune con gli altri due ha solo il titolo ingannevole. Spero per chi mi leggerà di non essere stato troppo prolisso ma dopo aver visto un orrore di film come “Demoni”, sul quale in teoria non avrei scritto neanche due righe di commento, l’ ho recensito soltanto per salvare il prossimo più ingenuo da una eventuale visione, dato che siamo a un livello addirittura inferiore a quello degli ultimi film del tanto criticato Dario Argento, l' ex vecchio maestro dell' horror-thriller italiano oggi ormai pensionabile. Non so che senso abbia sparare a zero su di un regista da un pezzo in crisi di idee nuove ma parecchio tempo fa di successo per poi esaltare un allievo imitatore di spessore e fama nettamente inferiori. Mi dispiace per voi ma l' horror Made in Italy non ha mai avuto un gran successo di pubblico ne tantomeno di critica e un motivo ci sarà. Probabilmente non piacevano a nessuno ma qui siamo alla solita presa per il culo del lettore ignorante. Se poi la spazzatura cinematografica di ieri oggi è diventata d' oro per qualche sadomasochista è meglio per lui che si dia alla cinofilia non alla cinefilia. 

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