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Buon giorno!

Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film

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La recensione su Buon giorno!

di ethan
7 stelle

'Buon giorno!' rappresenta un saggio della capacità di Ozu di passare con disinvoltura dal dramma alla commedia - seppur anche nei sui film più tragici qualche spruzzata di comicità faceva sempre capolino - e possiede una struttura basata sulla coralità di ruoli, con attori le cui storie finiscono per intrecciarsi tutte le une con le altre: la sua macchina da presa, come al solito posizionata radente al suolo e fissa, scruta, stavolta a colori, con un occhio critico ma benevolo i suoi protagonisti, concentrandosi in particolare sulle avventure di due bambini che reagiscono con il mutismo al fatto che i genitori non vogliano acquistare un televisore (che in una scena viene definito una ''scatola per gli idioti'') per consentire loro di guardare incontri di Sumo, lo sport nazionale nipponico e, tra gli altri, a un ragazzo e una ragazza che non riescono a dichiararsi e, incontrandosi più volte, portano la conversazione su argomenti futili, e due comari intente a  spettegolare su altri vicini.

Il cinema di Yasujiro Ozu dell'ultima parte della sua carriera viene definito dalla critica contemplativo ed è certamente molto diverso ad esempio da un cineasta suo contemporaneo come Akira Kurosawa, forse il più occidentale dei registi del Sol Levante, improntato com'è a mostrare il suo paese negli aspetti più legati alla tradizione, in situazioni minimali, totalmente prive di qualsiasi tipo di enfatizzazione, ma al contrario, il più spoglie possibili.

Il ritmo è blando, la recitazione è anch'essa basata sul 'minimo sindacale' in quanto a gestualità  e ad una quasi impassibilità nelle espressioni facciali; di peculiare c'è poi la consueta ricerca sulla riduzione dello spazio all'interno di ogni inquadratura, con l'utilizzo di ogni cosa - un separé, un mobile, un'anta, una porta, ecc. - che lo possa ridurre, la tecnica altrettanto particolare del campo-controcampo, con gli attori posti al centro dell'immagine con lo sguardo che pare andare oltre al soggetto con cui interagiscono, una specie di camera-look e l'inquadrare sovente gli attori a coppie di due.

Un'idea di cinema unica, austera e fuori dagli schemi ma comunque degna di almeno una visione.

Voto: 7 (v.o.s.).

 

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