Regia di Ellory Elkayem vedi scheda film
Il giovane neozelandese Ellory Elkayem aveva girato qualche anno fa un corto nello stile della fantascienza anni ’50, e oggi esordisce nel lungometraggio con l’ampliamento di quella primissima prova. La trama è tutta piacevolmente déja vu, con l’ambientazione nell’America rurale dove torna un giovane che se ne era andato per una delusione d’amore anni prima. Ma nel frattempo il paesino è diventato, per colpa del sindaco senza scrupoli, sede di esperimenti segreti dei militari. Quando capita l’inevitabile incidente, si trova invaso da migliaia di enormi ragni e isolato dal resto del Paese. Ma l’Individuo sta lì apposta, a salvare la Piccola Comunità, con l’aiuto di uno sceriffo che è anche la sua ex e del Nero Sapiente che in questo caso fa il dee-jay. Sospeso tra tensione e humour, il film più che i classici della S/F d’antan (“Tarantola”, “Assalto alla Terra” ecc.) vorrebbe ricordare lo spirito, già a sua volta cinefilo, del primo Joe Dante di “Piranha” e “L’ululato”. Ma senza pretese, senza immaginazione sociologica. Ritmo blando; il cinefilo si sente a casa e si annoia un po’. La parte più divertente sono i ragni che inseguono le motociclette nel deserto, come in un ibrido tra vari filoni della fu serie B.
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