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Ferrari

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Ferrari

di Furetto60
6 stelle

Film "biografico" sulla figura di Enzo Ferrari, volenteroso ma "superficiale"

Nell’incipit, immagini sgranate in bianco e nero, di auto lanciate a tutta velocità, sulle note di una canzone d’epoca, il film ci porta nell’estate del 1957 a Modena, quando l'ex pilota, divenuto poi produttore, Enzo Ferrari alias Adam Driver, è in crisi; l’azienda, fondata con la moglie dieci anni prima, arranca; non si vendono abbastanza automobili, anche se il “Commendatore” annovera tra i clienti perfino re Hussein di Giordania, che vediamo ritirare il suo bolide; intanto La Maserati, sembra invincibile, La Jaguar ha vinto tutte le competizioni precedenti. Peraltro anche la vita  privata non  va a gonfie vele,  il matrimonio con la moglie Laura è al capolinea, dopo la morte del loro unico figlio Dino, portato via dalla distrofia di Duchenne e in più la consorte scopre l’esistenza di Piero, il figlio decenne che Ferrari ha avuto  nel corso di una lunga relazione extraconiugale con Lina Lardi ,al quale, per il momento non dà il suo cognome, a causa delle crudeli ed egoistiche pressioni ricattatorie, che subisce dalla moglie Laura, ancora socio di maggioranza. In cerca di riscatto, Enzo decide di puntare tutto su una prestigiosa quanto pericolosa gara di velocità, che si disputava in Italia: la leggendaria Mille Miglia. Perché il “Drake” non fa le corse per vendere macchine, ma viceversa vende macchine per poter correre. Dice il nostro” Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me l'automobile. Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da corsa.” Questo lapidario concetto esprime laconicamente il pensiero e la posizione di Enzo Ferrari, un uomo ostaggio delle sue ambizioni, talmente arrivista, da passare sopra tutto e tutti, pur di raggiungere i suoi scopi; Adam Driver in questo ruolo riesce a essere abbastanza credibile, peraltro solo chi ha conosciuto il vero Enzo Ferrari potrebbe stabilire la verosimiglianza del personaggio.  Il film realizzato da Mann, che si ispira al libro biografico, per quanto diligente, rileva  luci ed ombre; buona la ricostruzione degli ambienti e delle atmosfere degli anni cinquanta, meno convincente la descrizione psicologica dei personaggi, qui solo accennata.In una sequenza suggestiva assistiamo ad un audace montaggio alternato: da una parte le prove di velocità delle auto e dall’altra, in contemporanea, si celebra la messa, che si svolge poco distante; Enzo Ferrari e il resto della dirigenza assistono alla cerimonia religiosa, con le mani giunte in preghiera, ma con dentro un cronometro, con cui seguono quello che succede fuori alla chiesa, a funzione terminata, uscendo, commentano le prove. Poi la scena ambientata a teatro durante la rappresentazione della Traviata con i versi dell’aria “Parigi o cara” che sembrano rimandare alla storia personale di Enzo Ferrari, fino alla scioccante ricostruzione dello spaventoso incidente avvenuto durante la Mille miglia sulla Goitese nei pressi di Guidizzolo, che costò la vita al pilota spagnolo Alfonso de Portago, al navigatore americano Edmund Gurner Nelson, e a nove spettatori, cinque dei quali bambini e che ne decretò la definitiva chiusura. Speciosa e inutile la polemica di Favino sulla nazionalità del protagonista, con tutto il rispetto per Pierfrancesco, che è oggi forse il migliore attore italiano in circolazione.

 

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