Regia di Edward Thomas vedi scheda film
La vita è una questione di prospettiva e quella di Pete Thomas, trentenne gallese, è sbagliata. Benestante e belloccio, Pete è in realtà un uomo senza qualità che lavora nella società editoriale del padre gestita da un amico fraterno, ma la sua occupazione principale è fare un figlio che non arriva. Pete e la sua ragazza si sottopongono a controlli accurati e per Pete potenziare il suo sperma diventa una specie di ossessione. Alla morte del padre, un amico gli rivela che la società deve una forte somma al fisco e gli suggerisce di accettare l’aiuto di un losco finanziatore russo per salvare l’azienda. In realtà l’amico vuole liberarsi di lui e si accorda con i russi per farlo eliminare, ma non aveva messo in conto che la figlia del boss russo potesse innamorarsi dell’imbelle Pete, complicando i suoi piani. Tratto dall’omonimo libro di James Hawes, “Rancid Aluminium” vorrebbe essere molte cose insieme: una “black comedy”, un thriller e forse anche un po’ pulp. In realtà, nonostante l’impegno del cast, si trasforma ben presto in un confuso patchwork dove la storia diventa un optional inutile e che lascia in bocca un fastidioso sapore rancido.
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