Regia di Jeremiah Zagar vedi scheda film
Stanley (Adam Sandler) è un ex giocatore di basket che, nella società sportiva per cui lavora, è tenuto in un angolo, costretto a girare da una parte all’altra in cerca di talenti da arruolare nella squadra ufficiale. Un giorno si imbatte in Bo Cruz, un ragazzone tatuato che con la pallacanestro ci sa fare. Stanley si assumerà l’arduo compito di trasformarlo in un campione.
Film cartacarbone di tante pellicole analoghe, assai più ispirate, Rocky in primis e via a seguire. Poiché la sceneggiatura si impegna a eliminare qualunque traccia di originalità, ci presenta tutti gli stereotipi - sportivi e no - del genere: dagli allenamenti sfiancanti alle 3 di mattina, in un crescendo di risultati sempre più gratificanti, al passato difficile dei protagonisti - l’allenatore e il suo pupillo - entrambi pronti, facendo perno su volontà e sacrificio, a riscattarsi dagli errori compiuti. A voler trovare qualcosa di buono, si può dire che la regia non è proprio da buttare, e alcune scene di palleggiamento sul campo da basket sono gradevoli. Sandler come sempre bravo, peccato stenti a infilarsi in un film decente.
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