Regia di Amy Hesketh vedi scheda film
Uno dei primi horror del 2022, realizzato da una scream queen che guarda con tutta evidenza al cinema di Quentin Tarantino. Un serial killer camionista, al seguito di una reporter misteriosa, da quasi trent'anni va compiendo delitti, durante i suoi viaggi, per realizzare il ritratto su una mappa del viso della ex moglie. Orribile a vedersi!
Il camionista Leif Rucker (Bobby C. King) accetta di essere ripreso, durante l'attività, dalla giovane Maggie (Cheyenna Lee), una regista intenzionata a realizzare un documentario sulle attività criminali dell'uomo. Per decenni Rucker ha infatti viaggiato negli Stati Uniti compiendo una lunga catena di delitti, vittime donne che gli ricordavano la sua ex moglie, Darlene. Maggie tuttavia non sembra essere troppo sconvolta dalle confidenze del killer e si dichiara pronta a filmare i prossimi omicidi, per poi poterli utilizzare e rendere così più scioccanti le riprese.
Rucker: (a destra) Bobby C. King
Rucker guida per sedici ore al giorno, trovando il tempo di dedicarsi all'uncinetto (!) e soprattutto è completamente orientato alla realizzazione di un ambizioso progetto avviato ventott'anni prima: realizzare su una mappa un ritratto del volto della ex moglie, unendo appositi punti (ognuno corrispondente a un delitto). Maggie si rivelerà essere in realtà la figlia, mai più rivista da Rucker dopo che la moglie si è allontanata per sempre. Un soggetto non nuovo, ma con interessanti spunti di riflessione ancora una volta sui valori fondamentali dell'esistenza: una famiglia, i genitori, l'importanza nelle nostre vite d'una moglie, d'un figlio e d'un padre. Purtroppo cinematograficamente (T)Rucker è una delle peggiori opere che si potevano pensare e, soprattutto, realizzare. Quasi interamente frutto di Amy Hesketh (produttrice, sceneggiatrice e regista) che - citiamo dall'imdb - "a partire dal 2016, è probabilmente l'unica Scream Queen americana ad essere apparsa completamente nuda in ogni singolo film in cui ha recitato". Probabilmente il picco di questa sua particolare dote è da individuare nell'incredibile lungometraggio boliviano noto come Maleficarum (Jac Avila, 2011) per il quale ricopre il ruolo di Mariana De Castro, disgraziata peruviana finita nelle maglie dell'Inquisizione spagnola. La Hesketh ha però tentato più volte di porsi (vestita, si spera) dietro la macchina da presa, sin dagli esordi con Sirwiñakuy (2011) tanto che questo Rucker rappresenta nel suo curriculum la regia n. 6. Film tristissimo, di una disturbante e deprimevole atmosfera, reso addirittura squallido da siparietti animati di pessimo gusto (con Meggie bambina, rappresentata mentre scrive lettere al padre) e dal fatto che gli interpreti ci credono e - in particolar modo Bobby C. King - danno vita a psicopatici avviliti e avvilenti, ormai sprofondati in un mondo delirante dal quale è impossibile fare ritorno. Girato male, con lunghi e sfiancanti intermezzi nelle varie aree di servizio e ripetuti dialoghi filmati da Maggie, propone una sgodevole e matematica serie di delitti contrassegnati da un "punto" corrispondente al ritratto di Darlene, che vengono pedissequamente riproposti sulla base del primo: una vittima sgozzata sul retro del camion e poi sepolta nel terreno. Eccentrica nella scelta dei personaggi (l'anziana Darlene è impersonata da un travestito) e con un contorto gusto ironico (i menzionati siparietti animati), la Hesketh non ha senso pratico in ruolo di regista, arrivando a realizzare un film veramente inguardabile per quanto brutto. È questo uno dei primi horror rilasciati nel 2022, che avvia dunque l'anno sotto pessime aspettative per quel che riguarda il genere, ormai e giustamente sempre più gestito anche da mani femminili ma che, almeno in questo specifico contesto (chiaramente ispirato da un insieme di elementi che ricordano Quentin Tarantino), si dimostrano incapaci nel ruolo. C'è solo da sperare che Amy torni a proporsi nuda davanti all'obbiettivo: l'occhio e la pazienza dello spettatore ne potranno solo trarre beneficio.
Rucker: Amy Hesketh sul set
"Correvano le bici,
correvano le macchine,
correvano i camion,
correva
correva la città,
correvano tutti.
Correvano per non perdere tempo
correvano dietro il tempo
per riprendere il tempo,
per guadagnare tempo."
(Michel Quoist)
Trailer
F.P. 16/01/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 96'05") / Data del rilascio USA (streaming): 04/01/2022
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