Regia di Betty Thomas vedi scheda film
"28 giorni" è il patetico tentativo di una regista poco interessante di parlare di tossicodipendenza. Cliché a non finire, moralismo come se piovesse ed una protagonista alle prese con un'inesorabile parabola discendente all'interno della sua carriera, sono i connotati di una pellicola indubbiamente trascurabile. Sandra Bullock è una giornalista che adora sbronzarsi con il poco raccomandabile compagno. A suo modo, si diverte un sacco ma quando rovina il matrimonio della sorella e causa un incidente stradale, viene spedita in una comunità per disintossicarsi. Inutile parlare del resto, come possa procedere e andare a finire lo può intuire anche un neonato. Il film di Betty Thomas non ha il benché minimo impatto drammatico ed è dotato di uno script superficiale che tocca i suoi punti più bassi proprio nei passaggi chiave infarcendoli di retorica ed inutile buonismo. Certo, ci scappa pure il morto suicida ma il finale è ovviamente happy e tra l'altro uno dei più ridicoli che abbia mai visto. L'unica parvenza d'interesse può scaturire dal ricco cast di contorno che una decina d'anni fa annoverava nomi come Viggo Mortensen, Dominic West, Steve Buscemi, Elisabeth Perkins, Alan Tudyk e Marianne Jean-Baptiste. Caratteristi degni di nota in un film complessivamente indegno.
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