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Ghost Dog. Il codice del samurai

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su Ghost Dog. Il codice del samurai

di FilmTv Rivista
8 stelle

È come se lo spirito di Charlie Parker, già trasmesso - via Clint Eastwood - nel corpo e nell’anima del suo alter ego cinematografico Forest Whitaker, in questo bellissimo e affascinante film di Jarmusch si librasse in volo per accompagnare da un lato i piccioni viaggiatori amati e usati dal killer-samurai per comunicare con i suoi committenti, e dall’altro il protagonista stesso, ascetico personaggio che si muove dentro i confini del suo delicato equilibrio. Tra “Rashomon” di Kurosawa e “Frank Costello” di Melville, “Ghost Dog” mantiene un andamento jazz dall’inizio alla fine, con acuti di solisti di gran classe (a cominciare proprio da un grande Whitaker) e momenti “free” in cui il regista indipendente americano si diverte a mescolare dramma e umorismo, filosofie orientali e pragmatismi statunitensi. Ottima la colonna sonora di matrice rap (opera di Rza, leader del gruppo Wu-Tang Clan), ammaliante ed erotica l’inedita “femme fatale” Tricia Vessey e straordinari i camei di Henry Silva (decano dei polizieschi all’italiana anni ‘70), Victor Argo (attore-feticcio di Abel Ferrara) e Isaach De Bankolé complice “incomprensibile” di un professionista (del crimine?) dall’insicuro avvenire. 

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 4 del 2000

Autore: Aldo Fittante

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