Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Un interessante viaggio nella magia del cinema e della musica in genere, attraverso le gesta di un maestro della composizione, sotto la direzione artistica e tecnica di un altro maestro, della regia. Potrebbe sembrare come la solita agiografia e forse a tratti lo è, ma colpisce la mole di documenti e testimonianze mai banali, che fanno capire come il destino, se c'è talento, lo costruisci passo passo, anche prendendoti dei rischi, anzi soprattutto prendendoti dei rischi. Come disse Morricone, citato nel film, se lui è un Mozart o un Beethoven lo sapremo solo fra cento o duecento anni, ma è indubbio fin da ora il suo eclettismo e la capacità di saper dipingere con le note: "se ascolto L'Estasi dell'oro e chiudo gli occhi, vedo chiaramente quella scena del film", ricorda una testimonianza. Dalle origini umili, dal trombettista per mestiere e poi per gratitudine, dalla composizione classica al rumorista d'avanguardia, segue tutto il Morricone che conosciamo. Due ore e mezza che passano in un baleno, lasciandoti dentro tutte le melodie e i ricordi di un genio un po' burbero e severo con se stesso come con gli altri. Due chicche spoiler ma non troppo. Il rammarico per il Kubrik sfumato, anzi dirottato da un caro amico regista. Gli attori di un celebre film costretti a recitare in presa diretta con la colonna sonora, già composta, in sottofondo. Bello, emozionante, intenso. Ripeto, forse manca l'altra faccia della luna, accennata appena in qualche sfumatura, ma in fondo sarebbe stata una stonatura e dunque, chi se ne importa.
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