Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Buona commistione tra “poliziottesco” e “noir” con una sceneggiatura (De Caro-Poggio-Mengoni-Sacchetti) che propone un delinquente (Lino Capolicchio) disorganizzato “a far da lepre” braccato dal direttore di una testata giornalistica (Renzo Palmer), da un commissario dalla pistola facile (John Saxon) e dal boss di una cosca mafiosa (Lee J. Cobb) ognuno dei quali, peraltro, si trova contrapposto agli altri “concorrenti” (per dirlo in altri termini si assiste a un classico “tutti contro tutti”). Interessente la caratterizzazione dei personaggi, ciascun dei quali non può dirsi buono fino in fondo, ma neppure poi così cattivo cattivo. Ne deriva un film capace di mantere alta l’attenzione dello spettatore fino alla fine, soprattutto grazie allo scritp, ma anche gli immancabili inseguimenti e sparatorie (anche se alcune scene hanno il sapore del dejà-vu: vedi la tipa che viene gettata da un auto in corsa per arrestare una volante della polizia oppure la scena con Capolicchio che se la deve vedere con un bandito che lo vuole travolgere con un’autovettura).
Non mancano critiche alla polizia, ma anche alla stampa.
Ottimo il poker di attori principali con un Capolicchio perfetto per la parte e un John Saxon, per una volta, nei panni di un commissario, seppure piuttosto truce. Bene Renzo Palmer, ottimo e forse il migliore della comitiva Lee J. Cobb. Regia ordinaria (da questo punto di vista, Massi ha fatto di meglio), discreta la fotografia, sufficiente, invece, la colonna sonora (il pezzo nei titoli di testa e di chiusura lo trovo inadatto).
Curioso il collegamento che lega l’inizio e la fine del film con un carretto che passa per le vie urbane con un piccolo cane trainato sul retro. Consigliato agli amanti del poliziottesco. Voto: 7.5+
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta